Ieri in Corte d’Appello di Trieste è stata ridotta di quasi un terzo la pena a Fabio Gaiatto: da 15 anni e quattro mesi, a 10 anni, per i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata e abusivismo finanziario.
Come molti ricorderanno, il sedicente trader, di Portogruaro, aveva gestito una maxi truffa finanziaria, attraverso la sua Venice Investemet, raccogliendo una cifra attorno ai 70 milioni, da oltre 3000 investitori, sparita poi nel mercato monetario online, Forex.
Lo schema era quello ideato da Charles Ponzi, l’italo-americano, che nei primi anni del Novecento, aveva messo a punto un sistema economico di vendita truffaldino per il quale prometteva forti guadagni ai clienti, a patto che reclutassero altri nuovi investitori, in maniera tale da pagare i primi con i soldi dei secondi.
Un secolo dopo, lo schema fu ripreso anche da Bernard Madoff e anche per lui le cose non finirono bene, perché arriva sempre il momento in cui la bolla scoppia, lasciando una voragine, che nel caso di Gaiatto, ammonta a 40 milioni, spariti nel nulla.
Dei tremila truffati, solo un terzo aveva deciso di costituirsi parte civile, ma ieri in aula non c’era quasi nessuno, segno che evidentemente ormai pochi sperano di recuperare i propri risparmi.