La denuncia arriva dall’Ufficio Studi di CGIA di Mestre: “Tra tutti i 12 Ministeri che hanno un budget e una capacità di spesa, nel secondo trimestre 2020, solo quello degli Esteri ha pagato in anticipo i fornitori, rispetto alle scadenze previste dalla legge.
Gli altri 11 invece hanno onorato le proprie spettanze in ritardo o, non hanno ancora aggiornato i dati”.
E anche il fatto di non tenere aggiornati i dati è una cosa grave, che viola la legge, perché non consente la verifica dell’efficienza della Pubblica Amministrazione.
Sempre secondo CGIA, è un segnale che il quadro generale si sta aggravando, dato che, nel primo trimestre di quest’anno, erano stati tre i ministeri a rispettare le scadenze di pagamento.
“E, se anche i ministeri cominciano a ritardare il saldo delle fatture, abbiamo il sospetto che sia tutta la PA, anche a causa dell’emergenza sanitaria, a dilatare i tempi di pagamento”, ha dichiarato con preoccupazione Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi.
Ed è qui che CGIA rilancia un suo vecchio cavallo di battaglia, quello della compensazione secca, diretta e universale, prevista per legge, tra i debiti della Pubblica Amministrazione, verso le imprese e le passività fiscali e contributive, in capo a queste ultime.
“Grazie a questo automatismo, risolveremmo un problema che ci trasciniamo da almeno quindici anni”, ha concluso Zabeo.