Sono passati ormai 41 anni da quel 2 agosto 1980 quando alle 10.25 un feroce attacco dinamitardo, di matrice fascista, tolse la vita a 85 persone, tra loro anche giovani e bambini. Un attacco inferto al cuore dello Stato, il cui ricordo è vivo più che mai nel cuore dei Bolognesi e degli Italiani, che si sono fatti forza per superare uno dei momenti più difficili dal secondo Dopoguerra.
Anche questa mattina, nel rispetto delle norme anti-Covid, si è tenuta la consueta celebrazione. Il triplice fischio del treno ha ammutolito la folla raccoltasi in stazione che ha rispettato il minuto di silenzio in memoria delle vittime, seguito da uno scroscio di applausi.
Una ferita ancora aperta quella di Bologna, con le indagini che tutt’oggi proseguono, rinvigorite di anno in anno dalla ferrea volontà dei familiari che chiedono giustizia e che insistono perché vengano disvelati i documenti coperti dal segreto di Stato, per dare finalmente un volto anche ai mandanti della strage.
“Non ci può essere giustizia senza accertamento pieno delle responsabilità: per questo l’attività procede – ha detto durante il suo intervento il ministro della Giustizia Marta Cartabia -. La polvere che rivestiva i corpi martoriati, quella polvere che troppo a lungo ha coperti molteplici responsabilità oggi quella polvere si sta diradando e lascia nuovi contorni e nuovi profili dell’accaduto”.
Questa mattina a Bologna c’era anche una delegazione veronese, composta dal consigliere con delega all’Anticorruzione Roberto Simeoni, che ha portato le insegne della città. Anche Verona infatti ha perso qualcosa in quel terribile giorno. In quella strage trovò la morte il ventenne Davide Caprioli. Come tante altre vittime, stava rientrando dalle vacanze e si trovava nella stazione di Bologna in attesa del treno che lo avrebbe riportato, insieme alla fidanzata Ermanna e alla madre di lei, a Verona. Davide era uno studente universitario dell’allora facoltà di Economia e Commercio dell’università scaligera.
Per commemorare Davide, e con lui tutte le vittime della strage di Bologna, il rettore dell’università di Verona, Pier Francesco Nocini ha accolto la proposta del Consiglio degli Studenti di dedicargli un murale, esposto nell’atrio del polo umanistico con accesso dal Chiostro San Francesco.
La cerimonia d’inaugurazione del murale si è tenuta stamattina, alla presenza della prorettrice Donata Gottardi, del presidente del Consiglio degli Studenti Stefano Ambrosini e di Cristina Caprioli, sorella di Davide.
In questa opera, composta da un trittico di pannelli di cartone intelaiato, l’artista Andrea Tarli ha immaginato una scena in cui Davide suona una chitarra rotta, seduto tra le macerie della stazione di Bologna poco dopo lo scoppio della bomba. La pensilina crollata, i primi soccorritori improvvisati e l’orologio fermo alle 10.25 sono nella memoria collettiva le iconiche immagini di quel 2 agosto.
L.M.