A Conegliano (TV), a Palazzo Sarcinelli, c’è una mostra intitolata “Il Racconto della Montagna nella pittura tra Ottocento e Novecento”. Avrebbe dovuto essere visitabile tra marzo e luglio, ma a causa dell’emergenza sanitaria è stata posposta a quest’estate e durerà fino all’8 dicembre 2020.
Si tratta di una novità assoluta per il panorama culturale veneto e italiano, perché offre un percorso inedito tra le nostre incantevoli Montagne, narrando la fascinazione esplosa, a cavallo dei due secoli, per le scalate degli alpinisti, i primi interessi della pittura, della pubblicistica, della cartografia e la costituzione dei primi club alpini.
Curata da Giandomenico Romanelli e Franca Lugato, terzo appuntamento del ciclo dedicato al paesaggio nella pittura veneta dell’epoca, l’esposizione è volta ad approfondire il tema della montagna, che divenne sempre più significativo alla fine dell’Ottocento, in concomitanza con le esplorazioni scientifiche e le conquiste delle prime cime.
Accanto ad opere di autori celebri, italiani e stranieri, da Ciardi a Compton e da Sartorelli a Pellis, solo per citarne alcuni, sarà possibile scoprire anche paesaggi alpini di artisti meno noti.
La montagna, oltre che meta di viaggi, in linea con la tendenza diffusa nell’Europa dell’epoca, ha rappresentato per l’Italia un forte segno identitario del proprio patrimonio culturale.
Le Dolomiti sono subito divenute le protagoniste assolute grazie alle loro possibilità formali e cromatiche: così si susseguono e si alternano abbacinanti pinnacoli innevati, picchi rocciosi che si tingono di viola, cime proiettate verso il cielo, vallate crepuscolari, acque cristalline di torrenti.
Un itinerario visivo di straordinarie architetture naturali, che restituisce l’idillio delle nostre montagne, trascinando il visitatore tra dipinti, acquerelli, stampe e libri.