Sono state tantissime le barche che ieri hanno preso parte al corteo acqueo a Venezia per chiedere la liberazione di Marco Zennaro, l’imprenditore detenuto da due mesi in Sudan senza accuse formali in seguito a una controversia commerciale e in condizioni definite disumane dai legali della sua famiglia. Alla manifestazione, in parte sull’acqua in bacino San Marco e a terra alla Punta della Dogana c’erano anche Gilda e Alvise, i fratelli di Marco.
L’appuntamento, promosso dalla remiera Francescana, ha portato barche della tradizione lagunare di tutte le associazioni remiere e anche piccoli scafi a motore davanti a San Marco sotto lo slogan ‘Riportiamo a casa Marco’. In punta Punta della Dogana ha fatto da campo base lo storico trabaccolo ‘Nuovo Trionfo’ dove sono state distribuite magliette con la scritta ‘Marco Libero’ e ‘Sosteniamo Marco’.
Il corteo ha attraversato, prima di giungere a San Marco, il Canal Grande con l’alza remi al ponte di Rialto e a Ca’ Farsetti, sede del Comune. Numerosi i politici locali e nazionali veneziani presenti. L’attenzione per la sorte dell’imprenditore veneziano si è fatta crescente nell’ultima settimana, come testimoniano i drappi bianchi con scritto in rosso ‘Forza Marco’, comparsi sulle finestre della città.
In questi giorni sono diventate virali sui social anche diverse foto mentre voga alla veneta, una delle sue passioni, o segue il rugby altro suo interesse che ha portato anche i ragazzini delle giovanili locali a partecipare alla manifestazione di ieri mattina.
Intanto è atteso per oggi l’avvio della missione del Direttore Generale per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie della Farnesina, Luigi Vignali, a Khartum, che avrà il compito di riportare a casa Marco e capire cosa sia successo nel paese africano.