Per Acc il futuro si fa sempre più incerto. Sopo i tre giorni di stop produttivo per le festività pasquali, scatteranno da domani i primi giorni di cassa integrazione straordinaria. Così gli operai non potranno lavorare, mentre funzionerà, anche se non a pieno regime, la logistica, in modo da garantire la fornitura di compressori ai clienti.
Al commissario Castro non restava altro da fare: i soldi in cassa sono finiti, il decreto sostegni non verrà applicato prima di novanta giorni e le banche non sembrano intenzionate ad intervenire senza garanzie. E così le ripercussioni verranno ancora una volta pagate dai dipendenti che si vedranno lo stipendio di marzo decurtato del 15% e saranno messi in cassa integrazione per almeno 4 giorni.
I sindacati, che si sentono traditi dal governo, chiedono di sedersi attorno ad un tavolo per parlare di futuro e della possibilità di rimettere in piedi il progetto Italcomp. I provvedimenti per tenere in piedi la fabbrica sono partiti. Fiom e Uilm: “Il Mise risponda, noi non staremo fermi”.
Adesso sono gli stessi dipendenti che vogliono mettersi in gioco per mantenere in piedi la loro azienda, ma senza una forte volontà politica il sipario rischia di calare per sempre sullo stabilimento di Mel.