Il governo, attraverso la sottosegretaria Alessandra Todde, del Ministero dello Sviluppo Economico, sta cercando un modo per salvare Acc e traghettarla verso il progetto ItalComp.
Acc, azienda di compressori per frigoriferi di Borgo Valbelluna, in amministrazione straordinaria e, già da tempo in crisi di liquidità, aveva chiesto un prestito di circa 12 milioni di euro ad un pool di banche, le quali si erano dette disposte a concederlo, a patto che il finanziamento fosse subordinato all’autorizzazione all’aiuto di Stato da parte della Commissione Europea e ad una garanzia del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
La Commissione però, anziché dare il suo parere, ha già chiesto per due volte chiarimenti, rimandando di fatto la decisione a data da destinarsi. Acc sta esaurendo i soldi in cassa e, se dovesse non farcela, farebbe saltare anche tutto il progetto ItalComp, lasciando senza lavoro oltre alle 300 famiglie venete, anche le 400 piemontesi dell’ex Embraco di Riva di Chieri, Torino.
I sindacati stanno facendo pressione sul governo affinché intervenga per accelerare l’operazione ItalComp e il governo sta cercando di individuare una strada alternativa. Al momento, la soluzione ipotizzata potrebbe essere quella di una banca di sistema, quindi di grosse dimensioni, come in Italia sono solo Unicredit o Intesa, che concedesse un prestito-ponte tra i 5 e i 6 milioni di euro, per permettere ad Acc di arrivare alla costituzione della newco, del progetto ItalComp.
Poi, una volta centrato il primo obiettivo, si renderà necessario trovare il modo di finanziare anche la nuova società, ItalComp appunto, per la quale si stanno valutando varie opzioni, tra le quali anche quella di un intervento di Invitalia, agenzia del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Todde ha comunque garantito “un costante confronto con le istituzioni locali, Regione Veneto e Regione Piemonte, sindaci e Maurizio Castro, commissario di Acc”. Intanto le varie sigle sindacali venete e piemontesi, con l’intento di mantenere viva l’attenzione sul problema, hanno chiesto un incontro sia con il Prefetto di Torino, Claudio Palomba, che con quello di Belluno, Sergio Bracco.
La soluzione deve essere trovata entro la fine di gennaio, altrimenti si rischia il default.