Ieri, sotto la sede della protezione civile di Marghera, si sono dati appuntamento una delegazione di sindacati e lavoratori di Acc per portare le loro istanze direttamente al presidente Zaia che, almeno a parole, sostiene la loro causa: “Il mio interesse è quello di salvare l’ Acc. Aprirò un tavolo per trovare le risorse che servono per dare prospettiva alla produzione”. Un incontro arrivato al termine di una mattinata di proteste e presidi sotto la sede della regione.
Ecco cosa è successo: dopo diverse ore passate in presidio sotto la sede della regione è stato detto loro che Zaia non c’era. Le organizzazioni sindacali e i lavoratori non si arrendono. Caricano in spalla striscioni e bandiere e con i mezzi pubblici si dirigono verso la sede della protezione civile a Marghera, lì dove il governatore tiene quotidianamente il suo punto stampa sulla pandemia. E aspettano.
Al termine del punto stampa Zaia fa salire tre persone, tre sindacalisti: Stefano Bona (Cgil), Michele Ferraro (Uil) e Mauro Zulian (Cisl). Poco dopo salgono anche tre rappresentanti dei lavoratori. L’obiettivo è uno solo: far capire al presidente del Veneto la situazione che l’azienda sta attraversando e come i tempi siano ormai stretti. Tra poco più di 15 giorni i cancelli si chiuderanno definitivamente.
Il presidente Zaia ha detto che convocherà entro la fine di questa settimana o al massimo l’inizio della prossima un tavolo che dovrà trovare necessariamente gli strumenti economici per sostenere Acc. Un tavolo a cui siederanno, oltre a Zaia, Veneto Sviluppo, Mise e il sistema delle imprese, ma soprattutto clienti e fornitori di Acc. Inoltre ha detto che coinvolgerà qualche industriale per proporgli la sfida Acc.
I sindacati sono convinti che le possibilità per salvare l’azienda ci siano: “Esiste una soluzione temporanea che consente la sopravvivenza di Acc fino a quando il governo non deciderà cosa fare (Italcomp o qualcos’altro)” affermano spiegano come: il presidente della regione si potrebbe fare garante insieme al Mise affinchè i fornitori ed i clienti anticipino quello che le banche prestano loro.