Sono 9 giorni che i lavoratori di Acc hanno occupato il municipio di Borgo Valbelluna, una protesta dolorosa, organizzata dai sindacati che chiedono a gran voce che si muova qualcosa. Ma le banche non ritengono sufficienti le garanzie del Commisario Castro per dare il prestito ponte e per il momento al Mise non è arrivata alcuna risposta.
E così a intervenire sul tema, delicatissimo, è stato l’on. Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) che ha presentato un’interrogazione sulla situazione dell’ACC di Borgo Valbelluna.
In particolare, Fratoianni sollecita il Ministro dello Sviluppo economico ad “intervenire urgentemente per affrontare le problematiche relative al futuro dello stabilimento sciogliendo i dubbi avanzati dalla Commissione Europea nella richiesta di ulteriore documentazione così da poter indurre il sistema bancario ad anticipare il necessario prestito ponte, garantito dal governo oppure avviando il progetto Italcomp attraverso l’utilizzo dei fondi del PNRR con un finanziamento diretto dello Stato per la ripartenza di una filiera corta (europea o italiana) del “Bianco”. Chiede inoltre “se il Ministro non intenda convocare urgentemente le parti sociali, le regioni Piemonte e Veneto e il Commissario Castro per valutare quali siano le soluzioni migliori per garantire un futuro industriale e occupazionale alla Acc”.
Il Coordinamento provinciale di Sinistra italiana chiede con forza un intervento celere e risolutivo da parte del Ministro competente, che garantisca entro il corrente mese la liquidità necessaria per procedere con il progetto di salvataggio del Commissario straordinario Castro. Esprime inoltre solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori dell’ACC e alle OO.SS. provinciali, da sempre impegnati in questa storica battaglia per la salvaguardia dell’occupazione, a difesa di uno stabilimento simbolo del bellunese.
Ecco il testo dell’interrogazione presentata al Ministro dello sviluppo economico:
Per sapere – premesso che: l’ACC Italia di Mel-Borgo Valbelluna nata negli anni ’70, produce compressori per frigoriferi domestici; ACC vende il suo prodotto alla maggioranza dei produttori di frigoriferi domestici quali Elettrolux, Bosch, ecc.; durante la gestione di ACC da parte dell’Amministratore Delegato incaricato ing. Ramella, lo sviluppo del nuovo compressore fu di fatto dirottato verso l’azienda consorella, in Austria, lasciando lo stabilimento italiano in stato di insolvenza finanziaria.
Dopo un periodo di commissariamento ai sensi della Legge Prodi-Bis da parte del Commissario straordinario dott. Maurizio Castro, le trattative condotte con i maggiori competitors mondiali del settore elettrodomestici hanno portato alla vendita dello stabilimento di Borgo Valbelluna al gruppo cinese WanBao; pur avendo inizialmente rispettato gli impegni assunti presso il Mise, WanBao non ha sviluppato il compressore a velocità variabile, prodotto essenziale per aggredire il mercato e collaborare con i partner europei e per garantire marginalità economica e un futuro al sito produttivo bellunese.
A metà 2019 la WanBao ha lasciato chiaramente intendere di voler dismettere lo stabilimento una volta esaurito il capitale stanziato; a fine 2019 i proprietari di WanBao avviarono le procedure dello stato di insolvenza, riconsegnando nuovamente lo stabilimento alla direzione del Commissario straordinario.
I primi mesi di amministrazione straordinaria hanno visto crescere le commesse di circa il 30% e parallelamente la fiducia dei clienti; diversi soggetti si sono attivati immaginando un nuovo progetto di salvataggio dell’azienda che coniugasse le potenzialità di sviluppo del nuovo compressore a velocità variabile con la ripartenza delle attività nello stabilimento di Riva di Chieri in Piemonte, chiuso dopo la gestione Embraco.
Tale nuovo progetto, dal nome ‘Italcomp’ prevede la fusione delle realtà di Borgo Valbelluna e Chieri e verrebbe costituito con capitale iniziale pubblico; tale progetto rappresenterebbe un esperimento innovativo di riposizionamento in Italia, con forte valenza europea, di una filiera integrata dell’elettrodomestico, in lotta con i maggiori competitor per la realizzazione di un frigorifero di alta qualità dedicato al mercato esclusivo europeo.
Per procedere con tale progetto occorre nel frattempo garantire il finanziamento della ripartenza di ACC durante l’amministrazione straordinaria; per far fronte agli importanti costi di gestione ed al notevole incremento delle attività e con la liquidità residua che si sta estinguendo si è fatto ricorso ad un articolo della Legge Prodi Bis, che prevede l’anticipazione da un fondo pubblico a rotazione di circa 12 milioni di euro, per i quali è necessario il benestare della Commissione Europea contro il finanziamento illecito dello Stato verso l’impresa.
La Commissione europea ha avanzato ben due richieste di nuova documentazione e l’allungamento dei tempi sta creando problemi di liquidità alla ACC Italia: a fine marzo si rischia di non poter far fronte agli stipendi correnti dei 330 dipendenti; tale mancanza di risorse farebbe naufragare qualsiasi progetto di salvataggio o di costituzione di una nuova società.
Iil sistema bancario al momento rifiuta qualsiasi sostegno poiché non rassicurato dalle indiscrezioni sulle risposte che vengono dalla Commissione Europea; a parere dell’interrogante occorre intervenire urgentemente per affrontare le problematiche relative al futuro dello stabilimento sciogliendo i dubbi avanzati dalla Commissione Europea nelle richiesta di ulteriore documentazione così da poter indurre il sistema bancario ad anticipare il necessario prestito ponte, garantito dal governo oppure avviando il progetto Italcomp attraverso l’utilizzo dei fondi del PNRR con un finanziamento diretto dello Stato per la ripartenza di una filiera corta (europea o italiana) del “Bianco” .
Se il Ministro non intenda convocare urgentemente le parti sociali, le regioni Piemonte e Veneto e il Commissario Castro per valutare quali siano le soluzioni migliori per garantire un futuro industriale e occupazionale alla Acc.