Le prospettive di rilancio ci sono, ma la liquidità ormai alla Acc di Mel (Borgo Valbelluna, BL) è quasi esaurita. E la Commissione Ue, che dovrà esprimersi sugli aiuti di Stato, quindi sull’attivazione della legge Prodi-bis che consentirà di coprire le necessità finanziarie dello stabilimento, in attesa di un suo rilancio, ha tempo fino al 21 dicembre.
Fino ad allora le banche, alle quali è stato chiesto aiuto per garantire la continuità produttiva, condizione fondamentale per aspirare ad un rilancio, non metteranno mano al portafogli. Prima vogliono la certezza che saranno ristorate dallo Stato e quindi i tanti sospirati aiuti tardano ad arrivare lasciando nell’incertezza 300 lavoratori.
Il caso Acc è approdato proprio ieri alla Camera dei deputati nell’ambito di un’interrogazione relativa allo stato della ex Embraco di Riva di Chieri (Torino) dichiarata fallita a luglio lasciando a casa 400 lavoratori. Il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Alessandra Todde, ha spiegato che il piano di reindustrializzazione comprende anche Acc.
Il piano, elaborato dal commissario straordinario di Acc, Maurizio Castro, prevede la creazione di un grande polo integrato del freddo, capace di sfidare i colossi cinesi e giapponesi nella produzione di compressori per la refrigerazione domestica guardando ai mercati europei e in prospettiva anche a quelli americani e del medio oriente.
Il polo si chiamerà Italcomp, e dovrebbe vedere la partecipazione dello Stato, principale azionista con il 70% delle quote, percentuale che potrà scendere fino alla totale cessione della parte pubblica al privato dopo i primi cinque anni. Ma parlare di questi aspetti è ancora prematuro: “Serve che il curatore fallimentare della ex Embraco – ha detto la Todde – definisca le posizioni delle parti coinvolte e che Acc definisca i vari passaggi della procedura di amministrazione straordinaria”.
Un percorso graduale che prevede un solido contatto con le parti interessate a diventare clienti della Itacolmp, come il colosso Whirlpool. “Le linee guida del progetto – ha spiegato il sottosegretario – prevedono l’incremento dei volumi di produzione e la creazione di nuovi prodotti alternativi ai compressori, come ad esempio i motori elettrici per lavatrici e scooter”.
In questa nuova prospettiva, Mel diventerà centro di eccellenza per l’assemblaggio dei compressori e Riva di Chieri per la produzione dei motori.
Ma i tempi stimati per Riva di Chieri sono lunghi, come avviene di solito in una procedura fallimentare: l’avvio sarà in due tempi tra il gennaio 2022 e quello successivo 2023. La nascita di Italcomp sarà comunque al tavolo del Ministero dello Sviluppo economico giovedì 12 novembre.