Tutti si ricordano di Slobodan Milosevic come responsabile delle violenze serbe nei confronti della minoranza albanese nella provincia del Kosovo, allora provincia secessionista della Serbia che aspirava all’indipendenza.
In pochi si ricordano però come la Serbia avesse anche un avversario; e la Guerra del Kosovo sia passata alla storia come uno dei conflitti più truculenti della recente storia europea. Anche per colpa dei serbi e di Milosevic, ma non solo.
Contro di essi vi era infatti l’Esercito per la Liberazione del Kosovo (KLA) insieme ad altre milizie armate fino ai denti; tutte sostenute da un’inquietante galassia che andava dalla Gran Bretagna e gli Stati Uniti (in ottica anti-serba, storica alleata della Russia e che vantava ancora pretese egemoniche sull’ex-Jugoslavia) fino ai fondamentalisti islamici finanziati da Turchia e petromonarchie del Golfo (in questo caso in chiave religiosa, per appoggiare i kosovari musulmani contro i serbi cristiano-ortodossi). Tutti uniti dal desiderio di frammentare ulteriormente i Balcani (da cui il termine “balcanizzare”) e dar vita ad una nuova entità a maggioranza musulmana in chiave anti-serba.
Tra i leader del KLA vi era l’attuale presidente del Kosovo, Hashim Thaci. Attuale fino a ieri, poiché in odore di condanna da parte del Tribunale Internazionale de L’Aia, in Olanda, Thaci ha deciso di dimettersi “per non affrontare il processo da presidente” e “per difendere l’integrità dello stato”.
Le accuse per Thaci sono pesantissime; e confermano le voci che lo hanno accompagnato in questi venti anni. Si va dai crimini di guerra ai crimini contro l’umanità: nello specifico, torture, traffico di organi, omicidi (si vocifera addirittura intorno ai 100). Tralasciando tutti i sospetti sui traffici di armi, droga e prostituzione che hanno portato il Kosovo a diventare un crocevia privilegiato dei traffici più abbietti.
Il processo che si aprirà ora nel tribunale olandese suona come una grandissima occasione di riscatto nei confronti di una narrativa odiosamente a senso unico; che se ha avuto il merito di portare alla luce del sole i crimini dei serbi, ha purtroppo la grande colpa di aver insabbiato e nascosto le altrettanto insopportabili violenze commesse dai kosovari.
Federico Kapnist