Ci ha lasciato Bruno Bolla, un grandissimo uomo della città. Una personalità di enorme spessore, un imprenditore vero e non ruffianato dai giornali, che ha tentato, a volte invano, di far crescere Verona. Ricordo solo le nanotecnologie, erano gli anni ’90, e il parco tecnologico, tanto per fare degli esempi.
Bolla era una persona di grande esperienza ma anche di grande conoscenza. Esportatore negli Stati Uniti del suo prodotto, laureato al Politecnico di Milano, aveva anticipato il futuro investendo nella distribuzione del gas metano, partendo da un piccolo comune della provincia milanese di Cerro Maggiore. Nel bresciano ha fatto nascere Erogasmet, Vivigas e EG Holding, erano gli inizi degli anni 2000.
“Zio Bruno”, come lo chiamavo io, aveva capito tutto, e come sempre, prima. Questa è solo una pillola delle sue capacità imprenditoriali. Se è vero che imprenditori si diventa, nel suo caso imprenditore si nasce. Bolla ha dato molto anzi moltissimo a Verona: ha cercato di anticipare i tempi dell’innovazione, della tecnologia delle imprese, dei mercati internazionali, guidando l’associazione degli industriali.
Aveva anche capito, e qui non smetterò mai di capacitarmi della sua intelligenza e lungimiranza, dell’importanza di ciò che sarebbe avvenuto in Europa. Capì con largo anticipo il fondamentale sviluppo della Fiera e della razionalizzazione delle sue filiere. Da allora la Fiera volò. Per non parlare del turismo, motore portante dell’economia veronese.
Se la classe imprenditoriale e politica lo avesse ascoltato e avesse realizzato ciò che Bruno Bolla proponeva, oggi Verona sarebbe un’altra città. Purtroppo tutto questo non è avvenuto. Però se possiamo scrivere che Verona ha avuto un profeta, questo si chiama Bruno Bolla.
Achille Ottaviani