E’ definitivo, per chi non vuole più pagare la Tari, arriva un bonus che permette di non pagare più nulla: di cosa si tratta.
La tassa rifiuti è una delle più odiate dagli italiani, che spesso trovano metodi per evaderla, ma da oggi alcuni potranno dire davvero addio alla Tari e non la pagheranno mai più: in che modo. L’esenzione sull’imposta può avvenire solo in situazioni specifiche: di quali stiamo parlando e come fare per poter accedere.
Ogni anno va versata la tassa sui rifiuti ovvero quella imposta che sostiene il costo del servizio per la raccolta dei rifiuti urbani, ma ci sono alcuni casi in cui l’imposta può non essere pagata. Il Comune che la gestisce prevede infatti delle esenzioni, e anche delle riduzioni dell’importo dovuto: di cosa si tratta e chi ha diritto a una sorta di agevolazione per questa tassa.
Tassa sui rifiuti, come non pagare la Tari: esenzioni e sconti
Il Comune si occupa della gestione della Tari, ma non tutti sanno che questa tassa serve solo a pareggiare i bilanci del costo del servizio, per cui non deve generare altre entrate. L’ente locale si occupa di stabilire scadenze e rate degli importi e in alcuni casi prevede anche delle esenzioni. In linea di massima l’importo è suddiviso in un massimo di tre rate: fine aprile il primo acconto, fine luglio il secondo acconto e il saldo a dicembre.
La tassa sui rifiuti però non la devono pagare tutti infatti per essere esenti dal versamento basta, per prima cosa, non abitare l’immobile. Questo vuol dire che quella casa non è idonea a produrre rifiuti. Per provare questo l’appartamento deve essere privo di utenze domestiche e di mobilio. Non è prevista la Tari inoltre nelle aree comuni condominiali e in quelle zona in cui ci sono disservizi. Molto in questi casi però è indicazione che forniscono generalmente Mef e sentenze della Cassazione.
E chi ha una seconda casa che usa solo pochi mesi l’anno? Su questo immobile la Tari si paga ma in misura ridotta. Lo riporta anche la Legge di Stabilità 2024 in cui si obbligano i Comuni a prevedere esenzioni e riduzioni. Molti quesiti riguardano anche chi debba pagare la Tari, se l’inquilino o il proprietario della casa. In questo caso specifico infatti l’inquilino deve pagare se permane oltre i 6 mesi, altrimenti la spesa tocca al proprietario di casa.
La Tari inoltre è ridotta dal 20 all’80% in quei luoghi in cui la raccolta dei rifiuti è insufficiente oppure c’è un’interruzione del servizio per problemi organizzativi. A partire dal 2024 l’Arera ha previsto di estendere il piano straordinario di dilazione anche per la Tari. Si tratta di dilazionare la tassa per i soggetti che beneficiano del bonus sociale nei settori di gas, luce e acqua e per coloro che hanno un disagio economico. In questi casi i Comuni devono rateizzare per importi non superiori ai 100 euro e che non superino il 30% della rata negli ultimi 2 anni.