Il via libera è arrivato lunedì sera dalla Camera, che ha convertito in legge il «decreto Agosto» uscito la settimana scorsa dal Senato: “Da oggi l’Autorità per Venezia è legge. Un obiettivo raggiunto rapidamente, nel quale come governo abbiamo creduto, lavorando con determinazione – ha twittato in serata il sottosegretario Pd di Palazzo Chigi Andrea Martella, mente dietro all’art 95 su Venezia – Si realizza così una nuova governance per la laguna. Uno strumento operativo che guarda al futuro e valorizza questa città speciale”.
Questi sono i tempi attesi: per fine novembre verrà nominato il commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova ed entro Natale si conoscerà il nome del presidente del nuovo ente. E infine, dopo le varie nomine del comitato di gestione e l’approvazione dello Statuto, per marzo-aprile si prospetta che la nuova Autorità per laguna sarà operativa per gestire il Mose.
L’Autorità avrà un comitato di gestione con il presidente (che dovrebbe essere un tecnico) e altri sette membri: quattro ministeriali (Infrastrutture, Ambiente, Beni Culturali ed Economia) e tre di Regione, Città metropolitana e Comune. Ci sarà poi un comitato consultivo di sette esperti, a cui parteciperanno, oltre agli enti locali, anche Porto, Capitaneria, l’Ispra e l’Autorità di bacino.
I ritocchi in sede di discussione sono stati limitati, cosa che ha scatenato le reazioni degli alleati di Governo del Pd, il M5S: deputato pentastellato Alvise Maniero ha sottolineato che “l’impianto è stato creato tutto dal Pd ed è arrivato abbastanza blindato. Noi parlamentari del territorio non siamo stati coinvolti”.
Anche Regione e Comune non avevano particolarmente apprezzato la formulazione del testo, ritenendo che gli enti locali fossero stati messi da parte quando invece sarebbero dovuti essere maggioranza nel board. Ca’ Farsetti ha anche ipotizzato un’incostituzionalità della nuova governance, proprio perché con il nuovo soggetto verrebbero attribuite allo Stato materie concorrenti con la Regione o oggetto del negoziato sull’autonomia.
Ma le questioni non si fermano qui: l’Autorità avrà, a regime, cento dipendenti e sarà affiancata da una società tecnica in house e nei giorni scorsi proprio su questo tema i sindacati hanno incontrato il super-commissario del Mose Elisabetta Spitz, chiedendo garanzie per i 261 lavoratori di Cvn e delle partecipate Comar e Thetis.
Verranno inoltre stanziati 40 milioni di euro all’anno fino al 2034 per la manutenzione del Mose ed è stato fermato il deposito Gpl di Chioggia, in quanto inserito in un sito Unesco.