Nonostante i recenti annunci di Ryanair sulle nuove rotte che partiranno da giugno, i lavoratori dell’Aeroporto Canova di Treviso chiedono garanzie sull’occupazione e maggiore chiarezza sulle scelte di investimento e sviluppo da parte di Save, che per il momento, pur avendo ottenuto il via libera dal Governo per il progetto da 54 milioni di euro per il rilancio dell’aeroporto, ha annunciato solo un taglio dei salari. Lo stesso masterplan per potenziare lo scalo, migliorandone l’impatto ambientale, rimane un’incognita perché, a detta dei sindacati, mancherebbero date e riferimenti certi.
I sindacati di Cgil, Cisl e Uil che sono ormai sul piede di guerra e che nei giorni scorsi hanno mobilitato centinaia di persone con picchetti lungo la strada Noalese, stanno valutando l’organizzazione di uno sciopero. Il Canova è l’unico aeroporto veneto chiuso da un anno. Alberto Irone, segretario Filcams Cgil, è stato molto chiaro: “Ad oggi la riapertura e gli annunci sono solo un’operazione pubblicitaria. Chiediamo garanzie sui livelli occupazionali e sugli stipendi. Azienda, Regione e istituzioni devono dare risposte chiare, non siamo più disposti ad accettare ambiguità”.
Il recente annuncio congiunto di Save e Ryanair, di portare a Treviso l’hub del Nordest, aumentando il numero di rotte in Veneto, non ha convinto i sindacati, che rimangono fortemente preoccupati per i lavoratori di trasporti, servizi, sicurezza, logistica e commercio: “Il rischio è che il costo della pesante crisi del settore, venga pagato solo da questi operatori, per garantire margini di guadagno all’azienda” ha affermato il segretario generale della Cisl, Massimiliano Paglini.
“Siamo consapevoli della crisi che ha investito l’intero settore, ma abbiamo il sospetto sempre più fondato che si strumentalizzi il Covid per tagliare i salari. E così invece di preparare l’infrastruttura per la riapertura, ci vengono proposte riduzioni di stipendio: qualcosa non quadra”, ha ribadito Massimo Marchetti, segretario regionale UilTucs.
L’assessore regionale Elena Donazzan, su richiesta dei sindacati, aprirà a breve un tavolo di crisi sugli aeroporti veneti, proprio per affrontare la questione dei lavoratori del comparto, “essendo i nostri aeroporti a forte vocazione turistica, oltre ad affrontare il tema dell’occupazione, dovremo coinvolgere i settori del Turismo, dello Sviluppo economico e dei Trasporti. Per tre volte, con due governi diversi, l’emendamento proposto dal Veneto nella Conferenza Stato-regioni per la copertura degli ammortizzatori sociali non è stato accolto”. ha concluso la Donazzan.
E, intanto, centinaia di lavoratori vivono appesi ad un filo, con introiti familiari ormai ridotti all’osso.