Si tiene oggi la riunione straordinaria in videoconferenza dei leader del G7 sulla questione Afghanistan. Boris Johnson inviterà i leader a continuare a sostenere il popolo afghano e a rafforzare il sostegno per i rifugiati e l’assistenza umanitaria.
Il vertice, previsto questo pomeriggio per le 15.30, sarà l’occasione per ribadire l’impegno a favore dei diritti dei cittadini afgani, dall’istruzione femminile ai diritti di donne e minoranze. Centrale la discussione sulle operazioni di evacuazione dall’aeroporto di Kabul e sulla politica a lungo termine sull’Afghanistan per “garantire che qualsiasi nuovo governo sia inclusivo e rispetti gli obblighi internazionali”, come si legge in una nota di Downing Street.
Sotto i riflettori i tempi di evacuazione e del completamento del ritiro, all’indomani dell’avvertimento dei Talebani: la data del 31 agosto è “una linea rossa”, ha detto un loro portavoce, “se gli Stati Uniti o il Regno Unito dovessero volere più tempo per proseguire i trasferimenti, la risposta è no. O ci sarebbero conseguenze”.
Ma nonostante il pressing di Londra, Biden sembra intenzionato a non andare oltre quella data, disinteressandosi quindi della situazione e dei danni che un imponente flusso migratorio potrebbe costare all’Europa, che si trova divisa anche per quanto riguarda la questione rifugiati, con Austria e Ungheria che non ne vogliono nemmeno sentir parlare.
Londra e Washington si impegneranno a “guidare l’azione internazionale, anche attraverso il G7 e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per stabilizzare la situazione, supportare il popolo afghano e lavorare nella direzione di un governo afghano inclusivo e rappresentativo”, ma per come stanno andando le cose sembrano parole vuote.