La ripresa dopo il Covid è una sfida globale, ma oltre alla pandemia adesso c’è la questione dell’Afghanistan e il piano vaccinale mondiale. Questi alcuni dei temi che affrontati al Workshop Ambrosetti di Cernobbio. In generale c’è ottimismo per questo momento di ripresa e la fiducia delle imprese è ai suoi massimi storici, soprattutto sul fronte economico.
La prima giornata fotografa le questioni geopolitiche mondiali: dal dramma della popolazione afghana dopo l’uscita di scena degli Usa e degli alleati europei fino all’Asia, passando per l’Africa e la Libia, senza dimenticare la Russia, che ha fatto arrivare un messaggio del presidente Putin che ha rinsaldato l’importanza dei rapporti con l’Italia.
Pr quanto riguarda la lotta al Covid “è triste vedere la resistenza ai vaccini” ha osservato l’immunologo statunitense Anthony Fauci, secondo il quale per porre fine alla pandemia globale “l’obiettivo ideale” sarebbe “vaccinare il mondo intero”.
Per quanto riguarda la fiducia delle imprese italiane “c’è un certo ottimismo sulla ripresa condizionato al fatto che non si torni alle chiusure” ha detto l’economista Carlo Cottarelli, membro del consiglio esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, che ha moderato la sessione sulle previsioni economiche post-Covid. “A livello mondiale – ha proseguito – c’è un po’ di preoccupazione per l’andamento dell’inflazione e per una possibilità che questo porti le banche centrali a stringere la politica monetaria e aumentare i tassi d’interesse. Questo per l’Italia sarebbe un po’ un problema, essendo un Paese molto indebitato, per ora però non credo che siamo arrivati a livelli in cui ci debba essere una reazione di questo genere da parte delle banche centrali”.
Il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, ha commentato che “quest’anno qui a Villa d’Este si respira un’aria nuova, di cambiamento e di ripresa”. Un messaggio confermato dal primo sondaggio sul lavoro ibrido condotto tra gli imprenditori e i manager in sala. Il 70,5% lo ha promosso, il 20,5% ha detto che gran parte dei lavoratori torneranno in ufficio a tempo pieno e solo il 2,3% ritiene che si continuerà con il lavoro da remoto.