Si appianano le divergenze tra il Qatar ed una coalizione di stati mediorientali, composta da Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Bahrein.
Le tensioni erano scoppiate nel 2017, quando il gruppo di Paesi – nel pieno della guerra in Siria – aveva giudicato il Qatar colpevole di appoggiare, economicamente e militarmente, alcuni movimenti definiti “terroristi” da Riyadh e Il Cairo. Sotto i riflettori erano finiti i rapporti di Doha con Hamas e Hezbollah: il primo, movimento fondamentalista sunnita per la liberazione della Palestina ed in eterna lotta con Israele; il secondo, potentissimo partito politico libanese d’ispirazione sciita, con tanto di braccio armato, direttamente legato all’Iran e nemico atavico dello stato ebraico.
Hamas, in particolare, è direttamente legata al movimento transnazionale della Fratellanza Musulmana. Espressione dell’Islam sunnita radicale inviso in particolar modo al generale egiziano al-Sisi, che contro di esso ha scatenato, negli anni scorsi, una durissima guerra interna. Arrivando, con il benestare di mezzo mondo, ad abbattere il legittimo vincitore delle elezioni – Morsi, appartenente al Movimento – e condannare a morte decine di sostenitori.
Il Qatar, per contro, è insieme alla Turchia di Erdogan il grande sponsor della Fratellanza; elemento che lo portò, nel 2017, in rotta di collisione con le altre “petromonarchie” arabe. Peggio ancora, Doha, per questioni energetiche, non ha mai disdegnato il mantenere una porta aperta anche con l’Iran, nemico principale per i sauditi.
Per tutte queste ragioni, nel 2017, la suddetta coalizione mediorientale era arrivata ad imporre un embargo economico, diplomatico e logistico nei confronti del Qatar. Chiudendo i confini ed impedendo qualunque tipo di comunicazione o commercio.
Passati quasi quattro anni, e tanto petrolio sotto i ponti, vi è stato poi il grande sforzo diplomatico da parte dell’emiro del Kuwait, Nawaf, nell’arrivare a far riaprire, intanto, spazio aereo e confini terrestri e marittimi tra tutti i Paesi. Un ulteriore passo in avanti si attende nel prossimo Consiglio di Cooperazione del Golfo, in cui l’emiro del Qatar, al-Thani, tornerà ad essere presente dopo formale invito da parte del re saudita, Salman.
Pace fatta tra i potenti signorotti del Medio Oriente. Salam.
Federico Kapnist