Alessandro Benetton, figlio di Luciano, rappresenta il ramo del padre nel consiglio di amministrazione di Edizione Holding ,ma ha scelto da tempo di lavorare in proprio, con la sua 21 Invest, che opera nel private equity.
In questi giorni ha sentito il bisogno di rompere il silenzio della sua famiglia, dopo l’arresto dell’ex plenipotenziario Giovanni Castellucci e di alcuni altri manager di Autostrade, ma soprattutto dopo la pubblicazione di diverse intercettazioni.
E, così sui social, il giovane Benetton ha risposto, a chi lo interrogava sull’accaduto, ribadendo, ”Autostrade non è il mio mestiere. Detto questo, trovo vergognoso e inaccettabile quello che abbiamo letto in questi giorni e nessuno può rimanere indifferente rispetto a quanto è stato scritto”.
Le conversazioni sulle manutenzioni, che hanno scandalizzato l’Italia intera, non potevano lasciare indifferenti neanche i diretti interessati. Alcune frasi in particolare, come quella relativa alle barriere autostradali fonoassorbenti, che secondo uno dei manager, sarebbero state “incollate con il Vinavil” o ancora il passaggio in cui lo storico manager del Gruppo, Gianni Mion, presidente di Edizione Holding, parlando con l’amico di sempre, l’economista Giorgio Brunetti, sosteneva che , “le manutenzioni le abbiamo fatte in calare…così distribuiamo più utili e Gilberto e tutta la famiglia sono contenti”. E, poi ancora, la telefonata intercettata sempre tra Gianni Mion e il numero uno di Atlantia, Carlo Bertazzo, in cui i due scambiandosi delle confidenze, affermano: “…il nostro problema è l’incompetenza di Gilberto, possiamo dirlo, no?”
Alessandro Benetton è sempre stato un personaggio amato per la sua storia e il fatto stesso di aver preso una posizione così chiara e netta in un momento difficile, lo rende certamente ancor più apprezzabile.
Poi la giustizia farà il suo corso e accerterà le diverse responsabilità, ma questo ci insegna che prima di fare di tutta l’’erba un fascio, con processi sommari, a mezzo stampa, è bene aspettare, conoscere e distinguere.