Una struttura immensa, che occupa una superficie di 65 mila metri quadri, proprio a due passi dalla «Transpolesana», la strada che collega le provincia di Rovigo e Verona. Uno snodo strategico che, come aveva spiegato la stessa azienda, permette di collegare l’aeroporto internazionale di Bologna con tutto il nordest. E tra ottobre e dicembre sono stati migliaia i lavoratori assunti da Amazon per affrontare quello che è il periodo più caldo dell’anno, segnato dagli sconti del «black friday» e gli acquisti di Natale. Ma non è tutto oro quel che luccica.
Infatti è balzata di recente agli onori della cronaca la storia di un uomo, di 58 anni, che aveva denunciato la situazione di precarietà che non gli consentiva di trovare una stanza da affittare – perché i prezzi sono schizzati alle stelle – dopo il contratto al polo di Castelguglielmo. Motivo che l’aveva costretto a vivere in camper aspettando una maggiore stabilità contrattuale. Adesso Massimo Straccini, questo è il nome dell’uomo, è stato licenziato.
Il motivo è semplice: dopo il boom di ordini di alcuni periodi dell’anno, il traffico di pacchi va diminuendo e molti contratti per questo non vengono rinnovati. E la storia di Massimo è simile a quella di tanti altri che dormono in macchina o addirittura nei sacchi a pelo, con rinnovi ogni 15 giorni, senza poter programmare niente della propria vita.
Dal canto suo Amazon risponde che le condizioni contrattuali e di lavoro sono anticipatamente comunicate ai dipendenti e le norme nazionali sul lavoro rispettate, e non abbiamo motivo di dubitarne, ma queste condizioni tutelano davvero i lavoratori? Qualcosa continua a non quadrare, e le amministrazioni che avevano accolto con gioia il colosso americano adesso dove sono?
L.M.