Sono tante le iniziative per la Giornata della Terra: l’attenzione per l’ambiente, soprattutto in questo anno di pandemia, è cresciuta sempre di più, e parallelamente si è sviluppata una nuova sensibilità verso temi quali i cambiamenti climatici, l’uso delle risorse, gli sprechi alimentari e l’inquinamento.
“Prevedere i fenomeni conseguenti ai cambiamenti climatici è la via maestra per prepararsi con misure adeguate ad un adattamento resiliente e per mettere le basi di una cooperazione tra i soggetti interessati. È una sfida che ci coinvolge tutti: il progetto Change We Care ha appunto l’obbiettivo di sviluppare una metodologia comune di risposta agli effetti come l’innalzamento del livello del mare, la maggiore frequenza di mareggiate e tempeste, l’aumento della temperatura e gli squilibri stagionali”.
Con questa parole l’assessore all’Ambiente del Veneto, Gianpaolo Bottacin, annuncia il web meeting “Cambiamenti climatici nelle aree costiere e di transizione: scenari e impatti sul Delta del Po” che si terrà venerdì 23 aprile, nell’ambito del progetto Change We Care. Un programma di cooperazione transfrontaliera 2014-2020 Italia-Croazia focalizzato su cinque aree di particolare pregio dei due paesi, tra cui il Delta del Po. Aree caratterizzate da sistemi costieri, rappresentativi di un’ampia variabilità degli assetti geomorfologici ed ecologici ma anche da una loro vulnerabilità.
“A fronte di questa sfida il Delta del Po può rivelarsi un vero laboratorio – sottolinea l’assessore all’Ambiente -. Da sempre è un sito in continua evoluzione, modellato dai fiumi e dalle maree. Negli ultimi secoli ha avuto una notevole espansione verso il mare ed è stato interessato da numerosi interventi antropici per arginare i corsi d’acqua, proteggere le lagune, stabilizzare il territorio e consentire lo sviluppo di attività economiche. Gli effetti dei cambiamenti climatici lasciano prevedere conseguenze su questo equilibrio sia dirette sia indirette, a cominciare da una modifica del deposito dei sedimenti. Una connotazione che potrebbe interferire con la disponibilità di acqua potabile e quella irrigua, causare allagamenti dei terreni, colpire la produttività dell’itticoltura, all’erosione dei cordoni litoranei. I pericoli di interferenze con l’attività umana sono evidenti”.
Al centro di questo studio c’è il territorio e la valorizzazione della biodiversità, in questo senso giocano un ruolo fondamentale l’uso del suolo e l’impatto delle attività economiche, come pesca, turismo e agricoltura. I principali elementi di innovazione sono l’approccio metodologico basato sulla costituzione e condivisione di conoscenze coordinate tra diversi attori, amministratori, tecnici, scienziati e rappresentati di categoria, e la definizione, basata sulle sperimentazioni nei siti pilota, di misure di adattamento, flessibili e trasferibili, per affrontare la variabilità delle caratteristiche del paesaggio costiero nell’area di cooperazione.
La Regione Veneto aderisce a questo lavoro anche in una visione più ampia, come parte di un percorso di tutela e risanamento di un territorio bellissimo e fragile. L’obiettivo è mettere a punto buone pratiche e delineare piani di azione per ottimizzare la risposta agli impatti causati dal cambiamento climatico.
Durante il web meeting saranno affrontati i seguenti temi:
- Il quadro della pianificazione regionale – PTRC scenario di riferimento (Delta del Po peculiarità del territorio Veneto) con Alberto Miotto (Regione del Veneto, Direzione Pianificazione Territoriale);
- Presentazione del progetto Change We Care con Marina Aurighi (Regione del Veneto, Direzione Ambiente). Concluderà con gli interventi sul tema “Condivisione degli scenari di cambiamento climatico nel Delta del Po”:
- Caratterizzazione idrodinamica, stato presente e cambiamento climatico con Debora Bellafiore del CNR, Istituto di Scienze Marine (ISMAR);
- Scenari di cambiamenti climatici su specifici target ecologici con Alessandra Feola dell’ISPRA, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale;
- Vulnerabilità della costa e allagabilità” con Sabrina Meninno – Regione del Veneto, Direzione Ambiente