La legge non ammette ignoranza: da venerdì 6 agosto il green pass sarà obbligatorio in Italia e sarà necessario averlo sempre con sé per poter entrare in luoghi al chiuso, come bar o ristoranti, ma anche palestre, piscine, musei e concerti.
Forte di questa norma, anche Fondazione Arena ha diffuso un comunicato nel quale spiega che da domani l’accesso agli spettacoli sarà consentito esclusivamente agli spettatori muniti di Green Pass o di altro certificato previsto dalla legge.
Ma a questo punto molti hanno storto il naso: perché per i ristoranti all’aperto non serve la certificazione e per gli spettacoli areniani sì? In Arena è già previsto il distanziamento e l’obbligo di usare la mascherina. Quindi questa ulteriore imposizione a cosa serve?
La norma ha il sapore dell’ennesimo compromesso a cui la Fondazione è dovuta scendere per poter proseguire con la stagione lirica e non solo. Insomma “the show must go on”, anche se per controllare i Green Pass individuali è richiesto che il pubblico si presenti un’ora e mezza prima agli ingressi e si metta in coda, ma senza fare assembramenti, in attesa che il personale addetto verifichi la certificazione.
Ma non è tutto: coloro che si presenteranno in Arena privi del Green Pass o di altra certificazione, si legge in una nota ufficiale, non potranno accedere in Anfiteatro e non potranno essere rimborsati. Oltre al danno pure la beffa.
Il Green Pass avrebbe dovuto sostenere il rilancio della stagione estiva e dell’economia invece per il momento sembra solo mettere i bastoni tra le ruote.
L.M.