La spirale di violenza in cui si trova attualmente il Myanmar, ex Birmania, non sembra conoscere fine; e anzi, si aggrava di giorno in giorno. Nelle sole manifestazioni di ieri, svoltesi nelle principali città dello stato del Sud-Est asiatico, si sono contate 38 vittime; portando il totale a superare i 50 decessi, da quando sono iniziate le proteste contro il golpe dei militari del 1 febbraio scorso.
La tragica notizia è stata data dall’inviata delle Nazioni Unite per il Myanmar, Christine Burgener; che ha specificato come le morti siano state causate dalla violenta repressione, a suon di gas lacrimogeni e colpi d’arma da fuoco, perpetrata dalla polizia e dall’esercito.
La Burgener ha invitato l’ONU ad adottare “provvedimenti estremamente rigorosi” per porre un freno alle violenze della giunta militare. Nella stessa direzione vanno le dichiarazioni ufficiali di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Nuova Zelanda; gli unici, sino ad ora, ad aver imposto sanzioni contro i militari al potere.
Anche in seno all’ASEAN – l’associazione che riunisce i Paesi del Sud-Est asiatico – si sono levate voci di protesta contro la repressione delle manifestazioni. Rappresentanti di Indonesia e Singapore hanno definito come “inaccettabili” le violenze contro la popolazione.
Gli Stati Uniti stanno provando ad esercitare una maggiore pressione su quanto sta accadendo. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price, ha dichiarato come le recenti violenze abbiano lasciato il proprio Paese “esterrefatto e disgustato”. Price si è poi rivolto a tutti i Paesi affinché condannino all’unanimità la “brutale violenza dell’Esercito birmano contro il suo stesso popolo”.
Washington ha infine chiesto alla Cina di sfruttare la sua influenza sul Myanmar, per far sì che le violenze cessino immediatamente. Pechino, però, sembra non essere affatto dispiaciuta dalla recente svolta militarista; e per il momento non ha fatto nessun invito alla moderazione della forza. Piuttosto, ha invitato tutti gli altri stati a tenersi fuori dagli affari interni della Birmania.
Nei prossimi giorni si potrebbe tenere una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per discutere della drammatica evoluzione della situazione birmana.
Federico Kapnist