Ebru Timtik aveva solo 42 anni ed morta, nelle carceri turche, dopo 238 giorni di digiuno per protestare contro il suo arresto e la successiva condanna, pretestuosa, a 13 anni per “appartenenza a un’organizzazione criminale”.
Ha continuato incessantemente a proclamare la sua innocenza, arrivando a smettere di mangiare. E ha continuato, indomita, a reclamare un processo equo, in un Paese, che ormai sotto il silenzio complice di tutta la comunità internazionale, sta prendendo una deriva sempre più inquietante.
La ricorderemo come una donna molto impegnata, su tutti i fronti: è stata avvocato e attivista sempre in prima linea nella difesa dei diritti umani.
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