Forte presa di posizione dell’imprenditore veronese Giancarlo Aneri, contro la cifra stanziata dal governo, nel Decreto Natale, per i ristori al settore della ristorazione. Secondo Aneri, che produce Amarone, Prosecco, olio e caffè, i 645 milioni di euro non sono sufficienti, ce ne vorrebbero almeno tre miliardi e mezzo.
“Gli esercizi pubblici sono l’anello debole della filiera e, se il governo non li sostiene, tutta la catena dell’enogastronomia rischia pesanti contraccolpi”. Ciò che lamenta l’imprenditore è che, dopo la prolungata chiusura forzosa della primavera scorsa, da mesi il settore è costretto a lavorare a singhiozzo, tra blocchi e ripartenze, nell’incertezza totale.
L’unico modo per ripartire, salvando molti locali dalla chiusura definitiva è quello di dare degli aiuti veloci e proporzionati al fatturato, perché come sostiene Aneri, chi produce può anche resistere, vendere l’anno successivo, “ma chi si occupa della somministrazione di cibo e vino, non può contare su una prospettiva diversa, se non tiene aperto il locale non incassa e muore. L’aiuto esiguo dato dal governo, mette in difficoltà anche i produttori, che non vengono pagati, dai ristoranti in crisi. Diventa dunque un danno collettivo.”
Sempre secondo l’imprenditore, il presidente del consiglio Conte dovrebbe organizzare un tavolo tecnico, convocando le diverse parti, e predisporre degli aiuti, sotto forma di prestiti di lungo periodo, almeno decennale, proporzionati ai fatturato.
Nonostante il momento molto critico, Aneri sostiene che dal prossimo anno ci sarà la rinascita dell’enogastronomia italiana, “perché siamo i migliori, dal vino alla pasta e dall’olio al caffè e, il 2020 non ci fermerà. Certo questa crisi ci costringerà a rivedere il nostro modello di sviluppo, ma sarà anche un’opportunità di crescita”.