Questo non è decisamente l’anno fortunato del Porto di Venezia, che dopo il segno lasciato dal covid, ora deve vedersela anche con le problematiche derivanti dall’alzata delle paratoie del Mose.
Proprio ieri, l’Autorità del Porto ha reso noti i dati dei primi nove mesi dell’anno, con perdite pesanti quasi ovunque, a partire dalla voce “crocieristi”, che sono passati da 1,3 milioni del 2019, ai 5653 di quest’anno e con i passeggeri dei traghetti, calati del 78%.
Per quanto concerne l’attività commerciale vera e propria, Venezia ce l’ha messa tutta per resistere, perdendo “solo” l’11%, che però tradotto, significa due milioni di tonnellate di merci in meno.
Analizzando le varie voci, colpisce il crollo verticale delle importazioni di carbone, calate di quasi il 70%, ma che, d’altra parte, è una fonte energetica che sta sparendo, mentre i contenitori hanno perso l’11%. Tra le poche voci positive, alcuni prodotti alimentari, come semi oleosi e mangimi, prodotti chimici e metallurgici.
A tutto questo si è aggiunto il fatto che, ogni alzata del Mose, oltre ai costi vivi, pagati dallo Stato, circa 300 mila euro, comporta una serie di costi “occulti”, di cui deve farsi carico il Porto. Infatti ogni volta che le dighe delle quattro bocche di porto vengono chiuse, al porto costa più o meno 100 mila euro per i ritardi delle navi che sono costrette ad aspettare fuori, tra noleggi, personale, costo banchina, sicurezza e “parcheggio”.
Per questo, è attivo un doppio tavolo, uno ristretto, voluto dal Commissario Spitz con il Provveditore Zincone, la Capitaneria di Porto e gli operatori e, uno più allargato, diretto dal Sindaco Brugnaro.
“Ora bisogna intervenire sulla conca di navigazione, rendendola utilizzabile”, ha proclamato il Sottosegretario Martella. “Emergono comunque dei segnali positivi – ha osservato il Commissario Musolino – anche perché stiamo lavorando intensamente per ripristinare l’accessibilità nautica e il pescaggio dei canali navigabili, ma soprattutto si stanno definendo gli ultimi dettagli per l’intervento più importante, quello del canale Petroli, attraverso il nuovo protocollo fanghi, grazie all’approvazione dell’emendamento al Decreto Agosto, del Senatore Ferrazzi”.