I Musei civici di Venezia saranno chiusi fino ad aprile, in base alle dichiarazioni della Fondazione e del sindaco della città, Luigi Brugnaro: “Per non rischiare di comprometterne il bilancio” vista la mancanza di turisti a San Marco e quindi di entrate. Ma dopo le critiche delle opposizioni politiche, dei sindacati, di alcuni esercenti di piazza San Marco e una petizione online, è sembrato aprirsi uno spiraglio.
La Lega in giunta ha proposto un riavvio del sistema museale nei fine settimana o, condizioni pandemiche permettendo, prima di aprile, come affermato dall’assessore al Bilancio Michele Zuin. Dopo l’intervento di Icom (International Council of Museums), la principale organizzazione internazionale che rappresenta musei e professionisti, stasera toccherà all’intervento in aula dell’onorevole del Pd, ex consigliere comunale, Nicola Pellicani, con un’interrogazione ai Beni Culturali.
“Venezia è una città ferita, messa in ginocchio prima dall’acqua alta eccezionale, poi dall’emergenza Covid. L’economia cittadina, fondata sulla monocultura turistica è stata azzerata. In questo contesto il sindaco ha deciso di tenere i Musei Civici chiusi fino ad aprile, nonostante la Fondazione Musei abbia beneficiato dallo Stato di un ristoro di circa 8 milioni che le hanno consentito di mantenere i conti in ordine. Dire al mondo che palazzo Ducale sarà chiuso – ha scritto Pellicani – equivale a una dichiarazione di resa, aprire il prima possibile i musei, significa rianimare Venezia puntando su un turismo di qualità“.
Si potrebbe puntare su un’offerta online per il momento, come ha spiegato Pellicani, mutuando le intuizioni avute da altre istituzioni culturali cittadine, a partire dalla Fenice: “La decisione di non riaprire i musei e bloccare tutte le attività connesse, significa chiudere un servizio pubblico essenziale, producendo un danno alla città. Tale decisione ha suscitato la protesta dei sindacati, che si sono opposti a un piano di cassa integrazione al 100% per i 76 dipendenti della Fondazione e di conseguenza anche per i circa 400 lavoratori delle cooperative. Appena possibile riapriranno i musei statali, a Venezia apriranno le Gallerie dell’Accademia, ma non palazzo Ducale, nonostante sia un bene prezioso dello Stato”.