Da una parte le misure restrittive prolungate resesi necessarie per fronteggiare la “seconda ondata”, dall’altra i timori per i ritardi nella campagna di vaccinazione: alla luce di questi elementi, anche le aspettative degli imprenditori sono peggiorate nelle ultime settimane. È infatti all’insegna di una diffusa incertezza, se non di un vero e proprio pessimismo, l’andamento evidenziato dalla nuova indagine congiunturale realizzata da Apindustria Confimi Vicenza su un campione di oltre 100 imprese associate, rappresentative dei principali settori produttivi.
Nonostante la ripresa evidenziata in estate, per il secondo semestre del 2020 ben il 46% degli imprenditori intervistati dichiara una diminuzione o forte diminuzione del fatturato, il 41% della produzione e il 45% degli ordini. E le previsioni per il primo semestre del nuovo anno sono all’insegna della grande prudenza: il 52% prevede un fatturato stabile, ma una quota rilevante (40%) si aspetta un’ulteriore contrazione; solo il 25% prevede una crescita.
“È vero – sottolinea il presidente Apindustria Confimi Vicenza Mariano Rigotto – che c’è una quota significativa di aziende, soprattutto metalmeccaniche, che sta continuando a lavorare e ha in programma anche nuove assunzioni nei prossimi mesi, tuttavia mai come in questo momento abbiamo una percentuale così elevata di imprese che dichiara indicatori in negativo o che comunque esprime timori per il futuro. Inoltre è vero che la capacità di internazionalizzazione è un nostro punto di forza, ma l’80% delle nostre imprese esportatrici si muove comunque all’interno del mercato europeo, che da un anno è quasi fermo, a differenza di altri mercati che pur colpiti dalla pandemia si sono mantenuti più vivaci”.
Il presidente Rigotto aggiunge “dal mese di dicembre stiamo assistendo ad un brusco e ingiustificabile rincaro di molte materie prime, frutto di mere speculazioni. Una situazione che rischia di colpire ulteriormente la marginalità delle imprese, già diminuita nell’ultimo anno e mezzo”.
Ma nonostante le difficoltà solo il 15% delle aziende vicentine pensa di ridurre l’organico una volta terminato il blocco dei licenziamenti, ma si tratta comunque di un dato in aumento rispetto alla precedente rilevazione. Rimane relativamente diffuso però il ricorso agli ammortizzatori sociali, a conferma delle difficoltà di molte aziende: nel II semestre del 2020 li ha utilizzati quasi il 63% e un 43% prevede di farvi ricorso anche nei prossimi mesi.
Gli imprenditori confermano invece il proprio impegno sul fronte degli investimenti: nei prossimi mesi, nel 69% delle imprese si manterranno su un livello stabile e addirittura il 18,5% li incrementerà; il 27% prevede invece una loro diminuzione. Anche le aree di investimento prioritarie rimangono confermate: miglioramento dei processi, formazione del personale, sviluppo di nuovi prodotti e investimenti IT.
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