Ieri, alle 19.30 a Vicenza e alle 22 a Verona sono state approvate le delibere per la fusione per incorporazione tra Aim Vicenza e Agsm Verona. Una giornata storica che mette la parola fine a 3 anni di trattative, attese e occasioni perse.
A Vicenza la deliberà è passata con 19 voti favorevoli e 12 contrari, mentre e Verona con 22 voti favorevoli e 9 astenuti, in molti festeggiano, ma alcuni punti restano ancora incerti: a Vicenza non piace che Agms in questa fusione faccia la parte del leone e a Verona l’attenzione è rivolta sul mantenimento dei posti di lavoro e sul costo delle bollette.
Il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, commenta: “È un momento storico per la città che consentirà di raggiungere importanti obiettivi come il miglioramento dei servizi, una maggiore competitività, un risparmio per gli utenti e la tutela dei posti di lavoro. In questo modo metteremo nelle condizioni Aim di poter reggere l’urto della competizione del libero mercato che oggi il mondo delle multiutilities sta vivendo”.
Soddisfatto anche il Sindaco di Verona, Federico Sboarina: “La nostra visione è chiara. Questa delibera non è figlia di nessuno, ma frutto di un attento percorso di approfondimento e confronto che ha portato al concretizzarsi di questa operazione. Un passaggio storico, atteso da tanti anni dalla città di Verona e fondamentale per i dipendenti del gruppo Agsm. È la giusta direzione per avere quella forza per difenderci sul nostro territorio da futuri tentativi di acquisizione”.
Dall’integrazione tra AIM Vicenza e AGSM Verona nascerà un Gruppo da circa 1,5 miliardi di euro di ricavi, 150 milioni di margine operativo lordo e circa 2.000 dipendenti. Un nuovo soggetto, a capitale interamente pubblico, che ambisce a giocare un ruolo di leadership nel settore delle multiutility, in qualità di polo aggregante, in particolar modo nel Nord-Est.
Il concambio tra AIM Vicenza e AGSM Verona è pari rispettivamente a 38,8% e 61,2% come indicato nel parere di congruità dell’advisor Equita SpA. La nuova società sarà amministrata da un consiglio di amministrazione che avrà una durata di 3 anni e sarà composto da 6 membri, ivi compreso il presidente, il vice presidente e il consigliere delegato.
Il nuovo Gruppo sarà chiamato a rispondere con efficacia alle sfide che attendono il settore dei servizi pubblici: l’incremento dei costi di smaltimento dei rifiuti; l’incremento della competizione nel settore della vendita dell’energia con l’uscita dal sistema di maggior tutela verso il pieno mercato libero; l’apertura della competizione nel settore del gas; la transizione energetica, lo storage, la generazione distribuita e le tecnologie digitali; la convergenza cross industry, che apre nuove opportunità di creazione di valore in ambito Smart Territory.
Per tutti questi motivi la fusione è insita nella natura stessa delle società multiservizi che così possono mettere a sistema le risorse di personale, di know how, delle tecnologie al fine di migliorare la qualità del servizio, ridurre i costi a carico degli utenti e tutelare i posti di lavoro per i dipendenti. Inoltre mettersi insieme è il solo modo per fronteggiare l’aggressività dei grandi players del settore che in regime di libera concorrenza schiaccerebbero con estrema facilità le piccole realtà dei vari territori.
L.M.