Sarebbero 6 le misure cautelari che la Guardia di finanza sta attivando nei confronti di ex vertici e di alcuni degli attuali manager di Autostrade per l’Italia. Le accuse ipotizzate sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.
Ai domiciliari l’ex Ad di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, Michele Donferri Mitelli, responsabile manutenzioni e Paolo Berti, ex direttore centrale operativo, tra gli attuali manager ci sono Stefano Marigliani, Paolo Strazzullo e Massimo Miliani, nei confronti dei quali sono state emesse le misure interdittive nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza relativa alle criticità, in termini di sicurezza, delle barriere fonoassorbenti, montate sulla rete autostradale.
L’inchiesta è coordinata dalla procura di Genova ed è scattata un anno fa dopo l’analisi da parte dei finanzieri di alcuni dei documenti acquisiti nel corso dell’indagine sul crollo del ponte Morandi. Da quanto si apprende sarebbero stati riscontrati problemi, in termini di sicurezza, sulle barriere fonoassorbenti montate sull’intera rete autostradale.
Gli investigatori del primo gruppo delle fiamme gialle, guidati dal colonnello Ivan Bixio, hanno scoperto che gli ex vertici erano consapevoli che le barriere fossero difettose e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (cosa accaduta nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese). In particolare, è emersa la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento, nonché dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti.
Dalle indagini è emerso che gli indagati non hanno proceduto volontariamente ai lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi. Gli inquirenti hanno contestato una frode nei confronti dello Stato, per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l’inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione all’organo di vigilanza, quindi al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“Le procure fanno le inchieste, i tribunali i processi. Pur nel pieno e totale rispetto del dettato costituzionale della presunzione di innocenza, però, non posso non registrare che il lavoro della magistratura va nella direzione delle denunce che per anni abbiamo sostenuto dopo la tragedia di Ponte Morandi, tanto sulla vicenda delle barriere fonoassorbenti quanto in quella della manutenzione dei tunnel autostradali”, così il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Roberto Traversi commenta l’operazione della Guardia di Finanza.
“L’ipotesi al vaglio della procura rappresenta solo l‘ultima conferma – prosegue Traversi – Aspi in questi anni ha lucrato miliardi chiudendo un occhio, quando non entrambi, sulla tutela della sicurezza degli automobilisti liguri. Per questo, è necessario che la vicenda Autostrade per l’Italia e la trattativa con Cassa Depositi e Prestiti per l’uscita del gruppo Atlantia si risolva quanto prima, per dare una nuova governance ed un nuovo indirizzo ad una azienda concessionaria che, pur nel rispetto delle regole del mercato, deve garantire la tutela di interessi pubblici. È intollerabile che le trattative per la cessione di Aspi siano bloccate da mesi quando già a luglio l’indicazione del governo era chiarissima – conclude il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti – Ora si proceda nell’ottica di quell’accordo siglato dal premier Giuseppe Conte o si torni a parlare di revoca della concessione. Abbiamo atteso troppo”.