Aumenta il costo dei beni e si riduce il potere d’acquisto: cittadini italiani nei guai, la colpa è di Trump
Il tema dei dazi è uno dei pilastri delle politiche protezionistiche adottate da alcune nazioni, in particolare dagli Stati Uniti, che hanno più volte imposto tariffe sulle importazioni di beni da altri Paesi al fine di tutelare la propria economia e bilanciare i deficit commerciali. Negli ultimi anni, sotto la presidenza di Donald Trump, questa pratica è stata intensificata, e ora i dazi potrebbero tornare ad essere un’arma nelle mani dell’amministrazione statunitense, con gravi conseguenze per le economie europee.
Il rischio maggiore riguarda in particolare Italia e Germania, i due Paesi dell’Unione Europea che vantano i maggiori surplus commerciali con gli Stati Uniti e che, di conseguenza, potrebbero subire un impatto negativo dalle politiche protezionistiche USA.
Dazi USA sugli scambi commerciali con UE: guai per Italia e Germania
L’Unione Europea e gli Stati Uniti intrattengono relazioni commerciali che superano i mille miliardi di euro all’anno, con l’UE che vanta un surplus commerciale di 156 miliardi di euro nei confronti degli Stati Uniti. Tuttavia, l’ipotesi di un incremento dei dazi doganali da parte degli Stati Uniti (fino al 10-20% sui prodotti importati) potrebbe mettere in discussione questa bilancia commerciale favorevole all’Europa. A risentire maggiormente di tali provvedimenti sarebbero proprio quei Paesi, come l’Italia e la Germania, che hanno i maggiori scambi con gli USA.
L’industria europea, in particolare quella italiana, rischia di vedersi penalizzata su alcuni dei settori più importanti per l’esportazione verso gli Stati Uniti, come i macchinari industriali, i prodotti chimici e l’automotive, che costituiscono gran parte delle esportazioni verso il mercato americano. Una misura protezionistica che riguardasse anche l’industria italiana potrebbe tradursi in un significativo aumento dei costi per le imprese, con ripercussioni negative sulle dinamiche economiche dei Paesi coinvolti. Non è da escludere che una misura del genere possa portare ad un abbassamento delle previsioni di crescita economica per il 2025, che attualmente si attestano intorno all’1% per l’Italia.
Le possibili conseguenze per i cittadini italiani
Per l’Italia, i dazi potrebbero tradursi in una doppia minaccia. Da un lato, il costo per le aziende italiane di esportare beni negli Stati Uniti aumenterebbe, rendendo meno competitivi i prodotti italiani e riducendo le opportunità di crescita in uno dei mercati più importanti a livello globale. Secondo i dati più recenti, nel 2023 l’export italiano verso gli Stati Uniti ha raggiunto i 67,3 miliardi di euro, con un surplus commerciale di circa 42 miliardi di euro. Le esportazioni italiane comprendono prodotti di alta qualità come macchinari, farmaci, metalli preziosi e olio, tutti settori che potrebbero subire un colpo se gli Stati Uniti applicassero tariffe elevate.
Dall’altro lato, l’effetto diretto sui consumatori italiani potrebbe essere altrettanto significativo. Se gli Stati Uniti dovessero applicare dazi sui prodotti provenienti dall’UE, anche l’importazione di beni dagli Stati Uniti in Italia potrebbe subire aumenti di prezzo. Sebbene gli Stati Uniti non siano il principale fornitore per l’Italia, le importazioni americane, che ammontano a circa 25,2 miliardi di euro, comprendono prodotti tecnologici, farmaceutici e macchinari di alto valore, che potrebbero diventare più costosi a causa dei dazi. Ciò potrebbe avere ripercussioni sull’inflazione e sul potere d’acquisto dei consumatori italiani, riducendo la disponibilità di beni a prezzi competitivi ed aumentando i costi per le imprese e per i consumatori.
Il rischio di una recessione per l’economia europea, e in particolare per l’Italia, sarebbe concreto: una riduzione significativa delle esportazioni potrebbe abbassare la crescita del PIL, che, già stimata in rallentamento nel 2024, potrebbe subire un’ulteriore flessione se dovessero materializzarsi le politiche protezionistiche statunitensi. In un contesto già segnato da incertezze economiche e politiche, le misure daziarie rischiano di complicare ulteriormente la stabilità economica del nostro Paese.
Anche la Germania, la maggiore economia dell’Unione Europea, sarebbe fortemente esposta agli effetti dei dazi e quello tedesco rappresenta anche un mercato chiave per l’Italia, e qualsiasi sofferenza economica a Berlino si ripercuoterebbe rapidamente sulle esportazioni italiane, amplificando gli effetti negativi sull’economia nazionale.