In un periodo complesso e di drammatica recessione economia, arriva l’ok della Ue alla bozza di bilancio dell’Italia, ma non senza che i membri della Commissione ponessero l’attenzione sul rischio di nuovi squilibri nazionali nella zona euro. La questione è riferita al debito pubblico italiano, destinato ad aumentare in modo consistente tra il 2020 e il 2021.
I problemi dell’Italia li conosciamo bene: produttività ridotta ed elevato debito pubblico, e questo preoccupa non poco Bruxelles che si aspetta che lo stock di indebitamento aumenti dal 134,7% nel 2019 al 159,6% del Pil nel 2020, più di 20 punti percentuali in un solo anno, il che tradotto in parole semplici vuole dire che l’Europa ha dato il via libera all’uso del denaro pubblico per sostenere l’economia, ma vorrebbe che le misure fossero temporanee.
“Affinché l’Europa si riprenda e sia competitiva sulla scena mondiale – ha spiegato in un comunicato il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis – abbiamo bisogno di misure di sostegno mirate e temporanee, nonché di riforme e di investimenti ben scelti che guidino una ripresa equa, inclusiva e sostenibile”.
L’analisi dell’ex premier lettone sottolinea la necessaria temporaneità delle misure di politica economica nei singoli paesi: “Alcune misure previste nelle Finanziarie 2021 di Francia, Italia, Lituania e Slovacchia – spiega Bruxelles – non sembrano essere temporanee o accompagnate da misure compensative. Per il Belgio, la Francia, la Grecia, l’Italia, il Portogallo e la Spagna, dato il livello del loro debito pubblico e le elevate sfide di sostenibilità a medio termine prima dello scoppio della pandemia, è importante garantire che, nell’adottare misure di sostegno al bilancio, la sostenibilità a medio termine sia preservata”.
Si legge ancora nella documentazione comunitaria che: “L’Italia è invitata a riesaminare regolarmente l’uso, l’efficacia e l’adeguatezza delle misure di sostegno e ad essere pronta ad adattarle, se necessario, al mutare delle circostanze”, quindi un ok con riserve.
Se l’Italia cresce poco, e lentamente, le cause sono da ricercarsi nei nodi strutturali, politici ed economici e nell’enorme debito pubblico. In questo contesto, il bilancio comunitario 2021-2027 a cui è associato il Fondo per la Ripresa da 750 miliardi di euro diventa cruciale per evitare un eccessivo indebitamento di diversi paesi membri. Ma Ungheria e Polonia, ai quali si è aggiunta anche la Croazia, stanno frenando l’adozione del pacchetto finanziario poiché non concordi nel legare l’esborso dei fondi comunitari al rispetto dello Stato di diritto. A cercare di rimettere in ordine i pezzi è Dombrovskis: “Urge un rapido accordo politico – in modo da avere – un’ancora finanziaria in questa tempesta”.
La situazione è delicata e se n’è accorto anche il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che porge una mano al governo per cercare di trascinare l’Italia fuori da queste acque troppo mosse, e lancia la sua “bussola” in otto proposte per la manovra che approderà presto alla Camera.
Attenzione, non un ingresso in maggioranza, ripete, ma l’offerta di una collaborazione a cominciare proprio dalla legge di bilancio che il Cavaliere e i suoi sono disposti a “riscrivere insieme”. Offerta che, come gli stessi berlusconiani spiegano, approderà a nulla perché la manovra che il governo avrebbe dovuto presentare il 20 ottobre è arrivata quasi un mese dopo. “E con 40 giorni di tempo per l’esame nei due rami del Parlamento, il pacchetto sarà blindato e approvato con fiducia senza confronto con le opposizioni”.
La disponibilità c’è, ma bisogna capire se la maggioranza deciderà di accettare: Renzi è convinto che la collaborazione di Berlusconi sia necessaria, Zingaretti ci deve pensare, mentre i Grillini hanno già chiuso tutte le porte.
Antonio Tajani avanza l’ipotesi di una Bicamerale per discutere insieme le proposte da sottoporre alla Ue per il Recovery fund. E nella “bussola” in otto punti, fa notare Mulé, “con ciascuna proposta sono indicate anche le risorse alle quali attingere”.
Mattarella inviata alla collaborazione e al dialogo, ma è difficile quando si chiedono pareri su una proposta solo dopo che la stessa è stata presentata in conferenza stampa.
L.M.