Dopo le tensioni degli ultimi giorni, era certo che l’assemblea di VeronaFiere non sarebbe stata facile. Alla fine Cariverona ha votato a favore dell’aumento di capitale, ponendo però tre precise condizioni, che alle orecchie del sindaco Federico Sboarina sono sembrate più che altro dei diktat non richiesti.
- Prima condizione: Cariverona è pronta a mettere sul piatto anche più rispetto a quanto previsto dalla propria quota (che è del 24,08%, con un esborso previsto di circa 7,2 milioni di euro), ma solo se si cambia lo Statuto, togliendo quindi la clausola di gradimento per l’ingresso di nuovi soci.
- Seconda condizione: un cambio dei vertici manageriali,a partire dal direttore generale, creando una nuova struttura manageriale.
- Terza condizione: un piano di ristrutturazione finanziaria, con l’impegno ad utilizzare i soldi che saranno disponibili dopo l’aumento di capitale non per sanare vecchie situazioni, ma per nuovi investimenti e per lo sviluppo della società.
Però bisogna prima fare i conti con il Comune di Verona, che è il primo socio di Veronafiere con il 39,48%, e la risposta piccata del sindaco non si è fatta attendere: “La città non può fare a meno della sua fiera e dal 1898 mai come oggi è il momento di finirla con le chiacchere e di dimostrarlo con i fatti. Spetta adesso ai soci mettere benzina nel motore di Veronfiere perché le famiglie e il tessuto economico cittadino possano continuare a crescere insieme a una delle eccellenze scaligere. Il radicamento territoriale infatti è un valore non barattabile. Con le sue manifestazioni storiche, da presidiare e valorizzare ancora di più, la fiera ha permesso alla nostra città di elevarsi a livello internazionale, oltre a generare in città un indotto annuo di 800 milioni di euro portando un milione e mezzo di visitatori”.
E Sboarina ha continuato: “L’aumento di capitale serve al rafforzamento e al miglioramento della società, nel farlo non accettiamo condizioni di nessun tipo. L’interesse dei soci è di avere un’azienda sempre più performante che sta ai livelli alti del mercato mondiale, ma ben salda sul territorio. Per il bene della nostra città nessuno dovrebbe essere in disaccordo e spero che non ci siano posizioni che non corrispondono al bene della nostra comunità”.
Diversa l’atmosfera durante l’assemblea dell’aeroporto Catullo: Aerogest, la società che riunisce i soci pubblici dell’aeroporto di Verona (Comune, Provincia e Camera di Commercio di Verona, più la Provincia di Trento) sarà sciolta, come già annunciato, per la legge Madia, ma tutti i soci sottoscriveranno lo stesso la propria quota di aumento e firmeranno inoltre una convenzione per andare a trattare del futuro dello scalo con il socio privato Save.