“L’Ue non ha intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica, perché fa parte dello stile di vita europeo”, queste le parole del vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas per cercare di togliersi dall’imbarazzo dei gironi scors riguardo le nuove regole sugli alcolici previste nel piano Ue contro il cancro.
Nell’ambito del piano d’azione, ha aggiunto la commissaria alla salute Stella Kyriakides, la Commissione presenterà “una proposta di etichettatura obbligatoria per l’elenco degli ingredienti e dichiarazione nutrizionale sull’etichetta delle bevande alcoliche nel 2022 e una sulle avvertenze sulla salute nel 2023”. Iniziative “che saranno costruite sulle esperienze già compiute dai produttori per dare ai consumatori più strumenti per scegliere con maggiore consapevolezza”.
La puntualizzazione della Commissione sembra una risposta agli allarmi lanciati in questi giorni in Italia dalle organizzazioni agricole preoccupate per il made in Italy. “Troviamo forviante il principio per il quale il consumo di alcol sia considerato dannoso a prescindere da quantità e tipologia della bevanda. Ancora più inique di questa premessa sono le proposte del piano che vedono assimilare il consumo di vino al fumo, con la conseguenza di azzerare un settore che solo in Italia conta su 1,3 milioni di addetti e una leadership mondiale delle esportazioni a volume”, afferma l’Unione italiana vini (Uiv).
Anche Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi prendono atto delle rassicurazioni fornite dalla vicepresidente della Commissione perché “è necessario scongiurare il rischio che decisioni avventate e dogmatiche mettano in pericolo il futuro di una filiera strategica per il nostro Paese come quella vitivinicola, senza peraltro riuscire a trovare una soluzione ai problemi di salute pubblica”.
“È oggi imprescindibile uno sforzo di trasparenza da parte della Commissione per rassicurare l’intera filiera sulla volontà di proseguire nelle azioni di sostegno volte ad incrementare la competitività delle imprese sui mercati internazionali e ad accrescere il livello di conoscenza dei prodotti vitivinicoli di qualità DOP/IGP presso i consumatori”.
Nel Trevigiano, ma non solo, la questione è molto sentita, dato che da secoli il territorio è custode di vini dalla tradizione antichissima, che le chiusure e i lockdown hanno già penalizzato. Per capire l’importanza di questo mercato, per il Veneto, basta leggere i dati:
- Superficie vitata: 78.200 ettari di cui: Montagna: 29% | Collina: 15% | Pianura: 56%
- Produzione totale Vino: 8.989.000 ettolitri di cui: Vini DOP 52,7% | Vini IGP 40,7%.
- Produzione dei Vini Rossi e Rosati: 30% | Vini Bianchi 70%.
- Denominazioni vinicole presenti in Veneto: Vini DOCG: 14 | Vini DOC: 28 | Vini IGT: 10