I presidenti metropolitani di Confartigianato e Cna, Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, Siro Martin e Giancarlo Burigatto hanno convocato ieri a Mestre deputati e sindacalisti. Al tavolo di lavoro erano presenti gli onorevoli Nicola Pellicani del Pd, Sara Moretto di Italia Viva e il senatore Andrea Causin di Forza Italia.
Perché, “se i dati dicono che il Veneto perderà, nel 2020, 16 miliardi di Pil, tornando di fatto ai livelli di 21 anni fa, si devono far ripartire subito le piccole imprese, che costituiscono il 90% della nostra economia”.
Gli artigiani cercano così di guadagnare tempo, mentre il governo continua a discutere di piani territoriali e di Recovery fund, dandosi una tabella di marcia: sfoltire la troppa burocrazia, investire sul digitale e prorogare il Superbonus al 110%, almeno fino al 2023.
Si chiede che si ammettano gli errori dei primi sei mesi di bonus, senza continuare a penalizzare gli artigiani, che stanno iniziando ora gli interventi nelle case, perché altrimenti la ripartenza sarà molto difficile.
Anche per quanto concerne i ristori, sia Martin che Burigatto sono concordi nel dire che, “il criterio di erogazione non può essere quello dei codici Ateco, che lasciano fuori troppe attività. Va considerato anche il calo dei ricavi delle imprese, almeno fino a settembre, sull’anno precedente”.
Per il senatore Causin, “le risorse devono essere destinate ad investimenti produttivi, come l’Alta Velocità, il collegamento con l’Aeroporto o l’Autostrada del Mare, quindi sì ai fondi alle imprese, ma a patto che vengano destinati alla riqualificazione dell’offerta turistica, per esempio”.
L’onorevole Pellicani ha parlato invece dell’impegno ad estendere il Superbonus 110% anche ai centri storici , come Venezia, senza dimenticare altre opere altrettanto importanti, come il porto e la realizzazione degli approdi per le grandi navi.
L’onorevole Moretto ha fatto sapere di aver insistito per fare in modo che il decreto “Ristori quater” contenesse il rinvio delle scadenze fiscali, ma che quello che serve ora è una vera e propria riforma, che tolga o rimoduli l’anticipo dell’acconto sulle tasse.
Cgil, Cisl e Uil hanno discusso di formazione e contrattazione, affinché, “si possa superare la frammentazione delle norme che regolano il lavoro e gli ammortizzatori sociali”.