Bashar Assad ha vinto le elezioni presidenziali in Siria, aggiudicandosi così un quarto mandato. Il presidente siriano uscente ha stravinto con il 95,1% dei voti, a fronte di un’affluenza di oltre il 76% della popolazione avente diritto di voto. Appena contemplati gli sfidanti, Abdallah e Marei, che con l’1,5% ed il 3,3% rispettivamente ottenuti, non hanno impensierito il leader siriano.
Le elezioni si sono tenute esclusivamente nelle aree sotto la giurisdizione del governo centrale di Damasco; escludendo quindi le zone di Idlib – dove vige una tregua russo-turca – e quelle nord-orientali in mano ai curdi (con il placet di Washington).
Proprio gli Stati Uniti, insieme a Regno Unito, Francia, Germania e Italia, hanno gridato alla farsa; giudicando come “né libere né eque” le elezioni e rilasciando un duro comunicato dei rispettivi ministri degli Esteri. Anche l’ONU ha espresso dubbi sulla validità delle consultazioni; non era infatti stata accolta, da parte siriana, la richiesta delle Nazioni Unite di poter supervisionare il processo elettorale. Così come la possibilità di giungere a promulgare una nuova costituzione sotto l’egida dell’ONU.
Federico Kapnist