Dopo la sospensione di alcuni lotti, adesso arriva lo stop anche in Italia al vaccino AstraZeneca: l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea il divieto di utilizzo del vaccino anglo-svedese “su tutto il territorio nazionale”, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema.
Il premier Mario Draghi aveva promesso giorni fa che “qualunque fosse la decisione finale dell’Ema” su AstraZeneca, “la campagna vaccinale proseguirà con rinnovata intensità” ed è quello che si aspettano i tanti imprenditori e commercianti colpiti da questo nuovo lockdown. E ora, in attesa del pronunciamento definitivo, atteso per giovedì, dell’Agenzia europea del farmaco, si fanno stime sul possibile impatto della sospensione del vaccino.
Per prima cosa decine di migliaia di prenotazioni per la somministrazione di AstraZeneca sono saltate, senza trascurare l’effetto psicosi che le notizie di questi giorni – tra decessi sospetti e intervento cautelativo dei principali Paesi europei – sta facendo dubitare molti della validità del vaccino. Inoltre dopo la notizia della sospensione di AstraZeneca hanno chiuso i battenti anche alcuni centri vaccinali aperti da pochi giorni, come quello alla Stazione Termni a Roma.
La vaccinazione di massa secondo il nuovo piano nazionale dovrebbe decollare da metà aprile, con l’arrivo di milioni di fiale del vaccino monodose Usa Johnson&Johnson, ma intanto non si può che constatatre l’ennesima battuta d’arresto. Perché allora non ricorrere allo Sputnik russo, o ad altri vaccini che sono sul mercato? Il dubbio è che anche in questo caso la lotta sia tutta geopolitica, nella quale la salute delle persone non è sempre al primo posto.
Nel giorno in cui l‘Italia supera i due milioni di vaccinati con richiamo (poco più del 3% del totale), si calcola su dati del ministero della Salute che entro fine marzo senza AstraZeneca si rischierebbe di passare da oltre 7 milioni di dosi consegnate (comprese anche quelle di Pfizer e Moderna) a poco più di 4 milioni. Fonti del commissariato all’emergenza ridimensionano le previsioni, sottolineando che AstraZeneca non rappresenta la parte più consistente delle forniture attese. Il generale Francesco Figliuolo aveva già assicurato che in caso di ritardi nelle consegne di Astrazeneca si sarebbe potuto compensare con Pfizer, ma tutto è in discussione.
“Le scelte compiute e condivise oggi dai principali Paesi europei su Astrazeneca sono state assunte esclusivamente in via precauzionale in attesa della prossima decisiva riunione di Ema. Abbiamo fiducia che già nelle prossime ore l’agenzia europea possa chiarire definitivamente la questione”, ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Una decisione condivisa da analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei come Germania, Francia, Spagna, Danimarca, ma anche Islanda, Norvegia, Bulgaria, Irlanda, Olanda e Svezia.