A Piazzza Affari Atlantia avanza del 3,6% (a 15,6 euro) con l’offerta vincolante di Cdp insieme ai fondi Blackstone e Macquarie per l’88,06% di Aspi pronta per il vaglio del consiglio di amministrazione di Cassa, che la esaminerà oggi prima dell’invio ad Atlantia che la attende entro mercoledì.
Con il cambio di Governo, e l’uscita di scena dei 5Stelle, che più volte si erano messi di traverso, si è mosso qualcosa per quanto riguarda al questione Autostrade. Ma Aspi è solo uno dei temi caldi che terranno impegnato il board di via Goito, convocato per il tardo pomeriggio: sul tavolo, infatti, ci sono anche i nodi del diritto di prelazione sul 50% di Open Fiber e la lista per il rinnovo del cda di Tim.
Per quanto riguarda Aspi, dopo oltre sette mesi dall’accordo che ha risolto il braccio di ferro tra il Governo e Atlantia prevedendo il riassetto azionario di Aspi con l’ingresso di Cdp, e dopo due offerte preliminari, un aggiornamento dell’offerta e svariati rinvii, la trattativa tra Cdp e Atlantia potrebbe essere vicina ad un punto di svolta. La holding infrastrutturale, nel concedere l’ultima proroga (fino al 24 febbraio), ha chiesto per quella data “un’offerta vincolante e non soggetta a condizioni di sindacazione o finanziamento”.
È il caso di ricordare che, fino ad oggi, il consorzio ha presentato due offerte preliminari, entrambe bocciate da Atlantia perché i termini economici non erano considerati sufficienti. Le due offerte valutavano Aspi in un range tra 8,5 e 9,5 miliardi, cioè molto meno rispetto a quanto stimato da Atlantia e dai suoi azionisti, a partire dal fondo inglese Tci che fissare la propria valutazione a 11-12 miliardi. Intermonte, in una valutazione indipendente, aveva stimato il 100% tra 10,9 e 11,9 miliardi.
Ora la nuova offerta, che sarà condizionata al Pef – critico su questo il M5s che ritiene inaccettabile un’offerta di Cdp senza prima conoscere il piano economico finanziario – e all’atto transattivo, dovrebbe valutare l’asset sempre in un range tra 8,5 e 9,5 miliardi, ma è possibile che questa volta il prezzo si orienterà verso l’intervallo più alto.
Il piano prevederebbe inizialmente il 40% a Cdp e il restante 60% diviso tra i fondi, con la possibilità in un secondo momento per Cassa di salire al 51%. Il cda di Atlantia si riunirà il 26 febbraio per valutare i vari aspetti dell’offerta. Il board potrebbe anche decidere di interessare l’assemblea per far valutare l’offerta direttamente ai soci.
Inoltre, sul tavolo del cda di domani di Cassa c’è anche l’esercizio del diritto di prelazione (che scade il 25 febbraio) sul 50% di Open Fiber detenuto da Enel, per il quale Macquarie ha offerto 2,65 miliardi. SI pensa che Cdp difficilmente opterà per esercitare il diritto di prelazione, probabilmente tratterà l’acquisto di una quota che le consenta di avere la maggioranza nell’operatore wholesale e guidare così il processo verso la costituzione di AccesCo, la rete unica.
Al vaglio del board, infine, c’è la decisione di Cdp sulla lista per il rinnovo del cda di Tim (di cui Cassa ha il 9,9%): una decisione non è stata ancora presa ma sulla partita c’è totale allineamento con il Mef.