Contro l’ampliamento della discarica si sono schierati ben sette Comuni, che hanno appoggiato il ricorso al Capo dello Stato depositato da Vighizzolo d’Este, fra questi ci sono Badia Polesine, Lendinara e Lusia. L’obiettivo è quello di ottenere l’annullamento del via libera all’ampliamento della discarica tattica regionale di Sant’Urbano.
Il progetto del gestore prevede infatti un aumento di capienza del deposito di quasi un milione di metri cubi, che in pratica ne prolunga di altri sette anni la vita (fino al 2029). I comuni hanno quindi fatto ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro la Regione, il Comune di Sant’Urbano, il gestore Gea srl e le autorità che hanno permesso l’ampliamento. A prendere l’iniziativa è stato il sindaco di Piacenza d’Adige che ha ottenuto l’immediata adesione dei comuni vicini.
Il ricorso del comitato ‘Lasciateci respirare’ era stato respinto dal Tar perché al sodalizio ambientalista mancava la titolarità per ricorrere. Alla luce di quel pronunciamento amministrativo, Vighizzolo d’Este ha deciso quindi di giocare l’ultima carta possibile, affidandosi al Capo dello Stato.
Il sindaco Giovanni Rossi, di Badia, commenta: “Abbiamo fatto una delibera di sostegno e di adesione per il ricorso, anche se siamo consapevoli del fatto che ci siano pochissime speranze di riuscire a fermare l’ampliamento di quella che comunque è una bomba ecologica, però credo che sia un segnale molto forte e politicamente trasversale per affermare il principio che la difesa dell’ambiente è di tutti”.
Severo l’ambientalista Moreno Ferrari: “La discarica è una vergogna che andrebbe chiusa e basta”, mentre ricorda come la discarica di Sant’Urbano abbia già accumulato 4 milioni di metri cubi di tonnellate e che “il presunto metro di argilla di sicurezza, dopo trent’anni di vita sarà completamente evaporato e non sarà l’evaporatore o schiacciatore di fanghi a salvaguardare le falde dal Pfas”.
La discarica, nata per i rifiuti solidi urbani, è poi divenuta “tattica regionale” accogliendo rifiuti da diversi luoghi. Il problema è che si trova in un sito idrogeologico ad alto rischio ambientale (un fiume semi torrentizio pensile), rendendo l’ambiente instabile e il rischio di sversamento dei rifiuti.