Nella dura battaglia per il riassetto di Autostrade per l’Italia, Cassa Depositi e Prestiti ieri ha dato un ultimatum alla holding Atlantia, dei Benetton, in cui stabilisce nei prossimi sette giorni, il tempo massimo per arrivare ad un’intesa, evitando lo scontro totale.
Nella missiva fatta recapitare a Ponzano Veneto, CDP, dopo una lunga premessa, accusa praticamente i Benetton di non essere sempre stati molto corretti nella conduzione della trattativa, imponendo continuamente delle sospensioni e rimescolando spesso le carte in tavola.
Tutto ciò non ha comunque impedito a Cassa Depositi e Prestiti di mantenere una porta aperta, rinnovando lo spirito di responsabilità, collaborazione e disponibilità ad incontrarsi quanto prima per giungere ad un accordo. Ma questa volta, entro un termine perentorio di una settimana.
Lo scoglio chiave, considerato da CDP ostacolo insormontabile, rimane quello della manleva, sui fatti legati al tragico crollo del Ponte Morandi di Genova, nell’agosto del 2018 e in particolare relativamente ai potenziali danni indiretti.
Inoltre, la questione della manleva è stata quella che ha tenuto lontani altri potenziali investitori, con i quali si sarebbe potuto formare una cordata.
La mancanza della manleva esporrebbe infatti i consiglieri di CDP a delle responsabilità inaccettabili, oltre che mettere a repentaglio una fetta importante del risparmio degli Italiani.
Dal canto suo, Atlantia, almeno per il momento, non sembra voler concedere nulla, perché, con l’inchiesta ancora in corso e senza elementi concreti sulle cause del crollo, non ritiene di dover concedere alcuna garanzia.
A questo punto è comunque nell’interesse di tutti, governo compreso, trovare una soluzione di compromesso e quindi immaginiamo che nei prossimi giorni si lavorerà fattivamente per arrivare ad un risultato