Bacchiglione e Retrone sono “malati”, a dirlo le ultime rilevazioni condotte dal team scientifico di Legambiente Veneto e presentate in occasione di “Operazione fiumi – osservare per costruire” che nel fine settimana ha fatto tappa nel Vicentino.
A preoccupare sono in particolare i livelli di azoto, sia nitrati che di origine ammoniacale e l’inquinamento batterico di escherichia coli, vale a dire un inquinante fecale. Questi alti valori, oltre il limite di legge, sarebbero dovuti secondo gli esperti “a una evidente e diffusa difficoltà che caratterizza entrambe le aste fluviali”.
“L’origine potrebbe essere riconducibile a diverse cause come una cattiva o insufficiente depurazione, ai problemi legati alla mancata separazione tra acque reflue e acque meteoriche, alla presenza di scarichi o sversamenti illegali, oppure una cattiva gestione agricola di concimazione dei terreni o reflui di allevamento quali letame e liquame. Anche la presenza di ammoniaca si può ricondurre a processi di degradazione di sostanza organica o di fitofarmaci utilizzati in agricoltura”.
Un dato preoccupante per i territori coinvolti perché gli obblighi comunitari avevano indicato nel 2015 l’anno di svolta in cui raggiungere un buon stato chimico ed ecologico delle acque, senza dimenticare che questa è una zona molto delicata anche per la presenza di Pfas/Pfoa.