Tra poche settimane, sarà attiva in Veneto una nuova banca, una super-Bcc, come è stata definita, la Banca delle Terre Venete, nata dall’idea di intercettare la domanda di servizi bancari, di tutte quelle imprese esportatrici, rimaste orfane, nel proprio territorio, di quell’asse Vicenza-Treviso, rappresentato da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
La fusione tra la Cassa Rurale e Artigiana di Brendola e il Credito Trevigiano di Vedelago si ispira proprio, con le diverse proporzioni, a quell’idea di fusione, sempre accarezzata, ma mai realizzata, dei due colossi veneti.
Il consenso delle due basi sociali è stato pressoché unanime: ora, per formalizzare il tutto, manca solo l’iscrizione al Registro delle Imprese e la firma dell’atto di fusione.
La nuova Banca vanterà dei numeri importanti: 14 mila soci, 120 mila clienti, 450 dipendenti e 60 sportelli, in 49 comuni di cinque province. Presidente, Gianfranco Sasso di Brendola e Direttore Generale, Claudio Giacon di Vedelago.
La fusione è il punto più avanzato di un rapido processo di aggregazione scattato con la riforma e l’ingresso di Iccrea e Cassa Centrale, con operazioni trasversali alle diverse province e che prelude ad almeno altre due operazioni in fase di perfezionamento: Banca di Verona con la vicentina San Giorgio Quinto Valle Agno e Centroveneto Bassano Banca con Rovigo, dalle quali nascerà Banca del Veneto Centrale.
Il via libera dei soci è arrivato dalle due assemblee del 20 e 21 settembre, con un consenso del 99%. Il Presidente sarà Gaetano Marangoni, della Bcc vicentina.