I primi conti della crisi politica li fa il ministro dell’economia Roberto Gualtieri che spiega: “Solo oggi (ieri ndr.) con le aste dei titoli di Stato, l’Italia e gli italiani hanno perso 7,6 milioni di euro bruciati per quello che è successo mercoledì“. Il riferimento evidentemente è alla decisione di Renzi di ritirare le sue ministre aprendo una crisi di governo.
Basta vedere l’andamento dello spread tra Btp e Bund per capire quanto già pesi sui mercati l’incertezza politica, anche se oggi Piazza Affari segna un +0,06%, la migliore in Europa e pure lo spread scende a 116 punti base (rispetto ai 119 del giorno prima), con il rendimento del decennale italiano che è allo 0,62%.
A questa situazione si aggiunge anche la crisi-Covid che continua a pesare sulle famiglie, alcune delle quali hanno visto il loro reddito diminuire di molto, tanto che nei primi sei mesi dello scorso anno, i redditi primari pro capite delle famiglie si sono ridotti dell’8,8% rispetto al primo semestre 2019, “una contrazione decisamente più ampia di quelle registrate nelle fasi più acute della crisi finanziaria (-5,2%) e di quella dei debiti sovrani (-3,4%)”, dicono dalla Banca d’Italia.
Inoltre, nonostante il sostegno pubblico alla capacità di spesa delle famiglie, la pandemia ha portato ad un crollo dei consumi (-9,8%) nella prima metà dell’anno. La conseguenza diretta è stata un risparmio netto pari a 51,6 miliardi: il tasso di risparmio è più che triplicato rispetto alla fine del 2019, passando dal 2,8 al 9,2%. Il forte aumento del risparmio sarebbe riconducibile, sempre secondo il rapporto di Bankitalia, oltre che all’impossibilità di realizzare alcune spese per effetto delle misure restrittive in vigore, ad “un atteggiamento di spesa più cauto da parte delle famiglie a fronte dei rischi di caduta dei redditi e di quelli di contagio connessi con alcune attività di consumo”.
È stata inoltre registrata una riduzione degli investimenti reali netti (-6,6 miliardi nel primo semestre del 2020, il valore più basso dal 1999) che ha riflesso sia il calo degli acquisti di abitazioni residenziali di nuova costruzione, sia la riduzione di patrimonio non residenziale e altri beni di capitale fisso, favorendone la sostituzione con strumenti finanziari. Gli acquisti di titoli di Stato si sono concentrati nel secondo trimestre, quando le famiglie hanno assorbito titoli per 9,9 miliardi, pari a circa il 9% delle emissioni nette, più che compensando le vendite per 4,8 miliardi registrate nel primo trimestre.
Diminuzione del reddito, consumi altalenanti e aumento del risparmio stanno profondamente cambiando la mappa finanziaria dell’Italia, che come conseguenza si trova sempre più diseguale dal punto di vista economico e finanziario.