“È certo che verrà meno lo stimolo, in parte artificiale, che oggi proviene da politiche macroeconomiche straordinarie ed eccezionali. Cesseranno quindi il blocco dei licenziamenti, le garanzie dello Stato sui prestiti, le moratorie sui debiti, E andrà (…) ridotto il fardello del debito pubblico sull’economia. Bisogna essere preparati ai cambiamenti di cui abbiamo contezza e pronti per rispondere agli eventi e sviluppi inattesi“.
Questa è la riflessione del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che parlando del Pnrr lo definisce una “formidabile sfida” al quale devono “partecipare con convinzione famiglie e imprese”, proteggendo i più deboli e tenendo “chiari i costi da sopportare e progressivamente ridurre”. Il riferimento è alle misure di sostegno utilizzate in questo periodo.
“Nella media dell’anno l’espansione del PIL potrebbe superare il 4%“, ha detto il governatore di Bankitalia nelle Considerazioni Finali precisando che “l’attività produttiva si sta rafforzando” e che “nel corso dei prossimi mesi, con il prosieguo della campagna vaccinale, vi potrà essere un’accelerazione della ripresa”. Secondo Visco, in particolare, “una ripresa robusta della domanda nella seconda metà di quest’anno è quindi possibile. Ne sono condizione il proseguimento delle favorevoli prospettive connesse con la campagna vaccinale e il buon avvio del Pnrr”.
Superata l’emergenza, “sarà necessario mantenere il sostegno a chi perde il lavoro“, spiega ancora Visco. “Andranno corrette le importanti debolezze nel disegno e nella copertura della rete di protezione sociale che permangono nonostante le riforme degli ultimi anni; la pandemia le ha rese manifeste, richiedendo l’adozione di interventi straordinari”. “Siamo ancora lontani dalla definizione di un moderno sistema di politiche attive, in grado di accompagnare le persone lungo tutta la vita lavorativa. Non è solo una questione di risorse stanziate, si tratta di innalzare e rendere più omogenei gli standard delle prestazioni fornite”.
Nelle Considerazioni Finali Visco precisa che “la grave recessione generata dalla pandemia “ha ridato centralità all’azione dello Stato”, ma “non bisogna confondere la necessità di uno Stato più efficace nello svolgere le funzioni che già ora gli sono affidate con quella di estenderne i compiti”.
“Dopo la pandemia deve aprirsi una nuova epoca, un’epoca di cooperazione multilaterale intensa, di riduzione delle ingiustizie diffuse, di creazione di nuove opportunità. Non dovrà mancare la partecipazione, responsabile ed equilibrata, dell’Europa”, dice Visco. “Per rispondere agli effetti economici e sociali della crisi sanitaria, sono state assunte decisioni coraggiose, introdotti nuovi strumenti comuni di intervento. È questa la vera forza di un’unione; le premesse per uscire con rinnovata energia, insieme, dalla crisi sono incoraggianti; le aspettative non devono andare deluse“.