La barriera di vetro per proteggere la Basilica di San Marco dall’acqua alta è giunta ormai al quarto progetto e ora tutti auspicano che possa essere quello definitivo. La piazza è uno dei punti più bassi della città e quindi uno dei primi a venire sommersi appena si alza l’acqua.
Com’è accaduto tra il sindaco Brugnaro e il ministro Costa, ora ci si augura che possa essere trovato un accordo risolutivo anche per quest’opera, indispensabile per preservare i marmi della Basilica, finché non verrà attuato l’intervento di impermeabilizzazione dell’intera insula.
Nell’ultimo progetto depositato dalla Procuratoria di San Marco al Provveditorato, è stato fatto sparire “il leggio” metallico, con le informazioni storiche del monumento, ideato e disegnato dallo studio dell’archistar milanese Stefano Boeri.
Il primo procuratore Carlo Alberto Tesserin, preoccupato dal continuo tergiversare delle parti coinvolte, chiede che ora si possa procedere in fretta.
Il primo progetto, presentato nel febbraio scorso, prevedeva delle lastre di vetro, che arginassero l’avanzata dell’acqua dalla piazza e, che avrebbe potuto essere già realizzato, se non fosse stato che il super-commissario Elisabetta Spitz e i membri dei comitati tecnico-scientifici del ministero dei beni culturali, l’avessero giudicato non adeguato dal punto di vista estetico.
Era stato così coinvolto lo studio Boeri per un secondo progetto, che a sua volta era stato ritenuto non sicuro dal punto di vista idraulico, dall’ingegner Daniele Rinaldo, che si era adoperato per un terzo progetto, che però era stato nuovamente bocciato dai comitati del Ministero.
Ora sembra che tutti siano d’accordo di tornare a quello iniziale, il primo, apportando solo qualche miglioria, ma allora, la domanda sorge spontanea, valeva la pena di perdere tutto questo tempo, considerata la gravità della situazione?