Belluno è sempre più “città delle rondini”, con 154 nidi sotto i portici del suo centro storico, in aumento rispetto ai 140 censiti nella primavera 2020, dei quali 43 risultano utilizzati (29 un anno fa). L’ultimo censimento dei nidi è stato effettuato congiuntamente da Provincia, Comune capoluogo, riserve alpine di caccia e volontari nell’ambito del progetto omonimo, e presentato stamani a Palazzo Piloni, sede del Municipio.
“Si tratta di un dato significativo, perché le rondini vivono solo in un ambiente salubre e con determinate caratteristiche”, ha spiegato il naturalista Mauro Varaschin, che si è occupato dei monitoraggi insieme a Silvia Tormen e Silvana De Col, figlia e moglie di Bepi Tormen, l’esperto recentemente scomparso che ha lanciato il progetto nel 2016 insieme a Comune e Provincia. “A livello italiano ed europeo – ha aggiunto – le rondini sono in continuo lento calo, mentre qui si registra un dato in controtendenza“.
Quest’anno sono state lanciate alcune iniziative collaterali al censimento, come la posa di ombrelli e tappetini anti-guano, che servono sia ad evitare la sporcizia che cade dai nidi, sia a segnalare la presenza delle rondini sotto i portici.
“L’obiettivo – ha detto l’assessore comunale all’ambiente, Stefania Ganz – è di tutela e di promozione allo stesso tempo.
Al momento abbiamo installato sei ombrelli e decine di tappetini. Il progetto andrà avanti anche nelle prossime settimane”.
A fine giugno verrà ripetuto il censimento, per capire quanti nidi potranno arrivare alla seconda covata, poi il progetto proseguirà con l’allargamento ai rondoni, uccelli che nidificano in cavità o sotto i coppi di edifici storici, tra fine aprile e fine luglio.