Ieri, per il Mose, è stata una giornata da record, perché per la prima volta, sono state sollevate in contemporanea tutte le 78 paratoie, in soli 34 minuti, più o meno, la mezz’ora prevista dall’ingegner Alberto Scotti, il padre dell’opera, che soddisfatto ha sottolineato, “bastava attendere che ci fossero tutti i compressori e che fossero settate correttamente le valvole”.
Erano state proprio le valvole a dare qualche problema in passato, perché come ha voluto sottolineare Scotti, “il software era arrivato calibrato per 1000 metri cubi all’ora di aria compressa, quindi prima lo abbiamo resettato a 1600 e poi portato a 2500, come previsto”
Comunque, come hanno evidenziato tutti i tecnici, oltre alle valvole che hanno funzionato bene, a dare lo sprint decisivo è stata la presenza di tutti i compressori, anche quelli della barriera di Malamocco.
Soddisfatta anche il provveditore Cinzia Zincone, che ha annunciato che, a questo punto è concluso il ciclo dei test semplici e che d’ora in poi si proseguirà solo con quelli di emergenza. Per quanto riguarda i costi dei sollevamenti, la Zincone ha autorizzato la spesa di due milioni di euro per i sollevamenti in emergenza, ossia quelli simultanei, mentre quelli precedenti, di una bocca alla volta sono da considerarsi prove di funzionamento e, come tali a carico del Consorzio Venezia Nuova. Il progetto prevede comunque che il Mose venga sollevato ogni quaranta giorni, per mantenerlo in esercizio.
La rapidità del test ha portato ad un doppio sollevamento di fila, il primo alle nove e il secondo alle undici e per l’una il porto era già riaperto al traffico.
Tra pochi giorni, il 12 novembre, ricorrerà un anno dal tragico giorno della marea salita a 187 centimetri, che allagò l’intera città e, a Ca’ Foscari, sarà presentata “Acquagranda 2019” un archivio digitale e una mostra virtuale con immagini e video dei cittadini.