Gianni Mion alla fine ha lasciato, verrà sostituito da Enrico Laghi, esperto di diritto commerciale e finanziario, tra i più qualificati in Italia di procedure concorsuali, con un passato all’Ilva in amministrazione straordinaria e in Alitalia. È lui l’uomo scelto dalla famiglia Benetton per gestire il rush finale per la cessione di Autostrade a Cassa Depositi e Prestiti e ai due fondi esteri Blackstone e Macquarie.
Come fanno sapere da Edizione Holding, il cambio al vertice avverrà entro la fine del mese. L’ex-commissario Ilva ricoprirà il ruolo di presidente, con delega sulla partita Autostrade e, più in generale, “in materia di supervisione e coordinamento strategico”.
“Si tratta di una scelta di chiara matrice tecnica, a favore di un professionista con uno spiccato approccio istituzionale, che gode della fiducia di tutti i componenti della famiglia e del consiglio di amministrazione, funzionale alla futura individuazione di una figura manageriale che possa accompagnare la società in un cammino di lungo periodo”, ha precisato una nota.
Per quanto concerne Gianni Mion, che come si ricorderà venne intercettato, finché dialogava al telefono con un amico economista, su questioni che riguardavano le scarse manutenzioni sulla rete autostradale, non si sa se la scelta sia stata sua, o se sia stato in qualche modo “scaricato”, ma la società in una nota gli esprime comunque gratitudine per la lunga collaborazione, iniziata nel lontano 1986, e specifica che, “Mion continuerà a fornire il proprio apporto in relazione a specifiche attività della società, concordate di volta in volta”.
La sostituzione ai vertici di Edizione, sembra giungere in concomitanza con l’approvazione della nuova versione del Piano Economico Finanziario (PEF), richiesta dal Ministero dei Trasporti. Infatti CDP ha già fatto sapere che, per formulare un’offerta vincolante su Aspi, è necessario un PEF definitivo, entro il 30 di novembre.
E chissà che possa essere la volta buona, dato che il piano economico finanziario e la manleva sono stati, sin dall’inizio, le due questioni sulle quali si sono sempre arenate le trattative. Inoltre, da parte dei Benetton, nell’ultimo periodo, c’è stato un chiaro cambio di passo, finalizzato ad attenuare la conflittualità con il governo.
Per quanto riguarda invece il processo per il crollo del Ponte Morandi, ancora alle fasi preliminari, bisognerà attendere almeno fino ai primi mesi del 2021 per capire le effettive ragioni del disastro.