Come logico che fosse, non è bastato un incontro a dirimere tutte le difficoltà che hanno segnato i rapporti russo-americani degli ultimi 7 anni (a partire dalla crisi ucraina).
Ciò che però conta, è che tra i due presidenti c’è stata sincera disponibilità al dialogo e volontà di stare insieme. Soprattutto, si è raggiunto l’accordo sul tema più importante; quello che non coinvolge solo i meri interessi di Washington e Mosca, ma che riguarda tutto il mondo. Il trattato START sulla non proliferazione delle armi nucleari a lunga gittata, è stato prorogato di altri 5 anni.
Nessuna nuova escalation, quindi; e nessuna nuova Guerra Fredda. Russia e Stati Uniti si sono comportati da adulti di buon senso provenienti dallo stesso background. Certo; rimangono le difficoltà e i punti di frizione; ma non potrebbe essere altrimenti.
Espansione nell’Artico; diritti umani; guerra diplomatica; cyber attacchi; tratte energetiche; ampliamento della propria presenza nel mondo, con particolare occhio a Mediterraneo e Vicino Oriente. I due Paesi rimangono distanti ed orgogliosamente rivali; con una visione del mondo che non può e non potrà mai essere la medesima.
Nelle quasi tre ore di dialogo, intervallate da una lunga pausa, erano presenti i vertici militari e diplomatici delle due Potenze. In un clima disteso e che ha segnato una nuova fase dei rapporti; dopo la freddezza con l’amministrazione Obama e la cordialità – non del tutto veritiera – con quella di Donald Trump.
A suggellare la riuscita dell’incontro, la decisione di ripristinare gli ambasciatori russo e americano nelle rispettive capitali.

Presedente americano Joe Biden (sinistra) e Presidente russo Vladimir Putin (destra)
Federico Kapnist