È ormai scontro istituzionale quello che vede da una parte gli Stati membri, capitanati dalla presidenza di turno tedesca e dall’altra il Parlamento Europeo.
L’oggetto del contendere è il mancato accordo sul budget 2021-2027, di cui il parlamento è la massima autorità. E, com’è facile evincere, un ritardo sull’accordo di bilancio, si traduce inevitabilmente in un ritardo nell’entrata in funzione dei fondi destinati alla ripresa. Pertanto la cosa ci riguarda molto da vicino.
Ieri c’è stato uno scambio di tweet tra Jaime Duch, portavoce del Parlamento UE, e Sebastian Fischer, portavoce della Rappresentanza della Germania, che non ha fatto altro che peggiorare il livello dello scontro istituzionale.
La scorsa estate infatti, era stato trovato un accordo, molto sofferto, per soddisfare sia le richieste dei cosiddetti “Frugali”, che cercano sempre di ridurre gli esborsi, che quelle del gruppo di Visegràd, “che vuole un rapporto blando tra il rispetto dello stato di diritto e l’erogazione dei fondi”.
Questo accordo però, aveva portato al taglio di risorse destinate a “programmi faro”, come Erasmus o sostegno alla ricerca, considerati fondamentali dal Parlamento e, il Presidente Sassoli ne aveva subito evidenziato le criticità.
Ora si può solo sperare in un’azione di ricucitura, del Consiglio Europeo del 15 e 16 ottobre, propedeutica ad uscire da questo impasse.
Intanto in Italia continua il confronto sull’opportunità di accedere al MES.